[sg_popup id=”106217″ event=”inherit”][/sg_popup]Costantino Sacchetto greco romano, residente ad Ardea, atleta a 360 gradi ci racconta la sua ultima esperienza a Parigi, dove ha gareggiato nella Spartan Race, allo Stade de France. Costa, sono 4 anni che partecipa alle Spartan, gareggiando in ben 16 eventi, nei quali ha ottenuto dei risultati più che eccellenti. Oggi il nostro atleta greco del litorale, è qui nuovamente a raccontarci la sua “inenarrabile” avventura, che lo ha visto salire 7mila scalini all’interno dello Stade di Parigi.
Costantino, com’è la Spartan Race, allo Stade de France di Parigi?
È stata una bella novità. Il formato Spartan Stadion questa volta ci ha portato direttamente allo Stade de France, luogo mitico degli sport francesi e non solo. Questo format a differenza degli altri ci ha permesso di visitare la capitale francese, famosa per il suo romanticismo e forse più familiare a tutti noi rispetto ai boschi e alle colline, scenari di tante altre Spartan Race. L’intera gara, si è sviluppata all’interno delle cancellate dello stadio. In parte all’esterno della struttura, dove il percorso veniva segnalato con dei cordoni; in parte all’interno, passando sulle gradinate interne ed esterne, sulle scale antincendio, nei passaggi sotterranei e nell’anello intorno al campo da gioco… gradini su gradini… Finché il terreno era asciutto garantiva un passo migliore rispetto alle altre Spartan visto il fondo liscio, ma con l’inizio della perturbazione la perdita di grip ha sicuramente fatto calare le prestazioni di molti, difatti molti partecipanti sono scivolati in alcuni tratti dello stadio, ma per fortuna la pioggia è durata veramente poco. Differenza importante della Stadium, rispetto alle altre Spartan riguarda la partenza: al posto di partire di batterie di 150-200 persone tutti insieme, si creano delle linee di 8-10 persone, come le corsie di atletica leggera che partono ogni minuto, e con un tratto finale magico, l’accesso allo spogliatoio francese bandito di tutte le maglie delle glorie del calcio francese, con tanto di fotografo pronto ad immortalare il passaggio dei concorrenti ed il finale sulla pista di atletica dello stadio, con il pubblico sempre caloroso pronto ad incitarti. Per quanto riguarda gli ostacoli, anche qui ci sono state delle variazioni interessanti, rispetto ad una normale Spartan. Il Rope Climb fatto con una corda più sottile e più sintetica o il filo spinato montato sulle gradinate, prima in salita e poi in discesa. Pochi trasporti visto il continuo sali e scendi dalle gradinate: solo due lunghi tratti, uno con le catene e uno con il sacco, sempre in salita ma sicuramente affrontabili. Leggermente più difficile il sacco siccome parte del percorso ha previsto di passare al di sopra dei seggiolini in plastica dello stadio, scivolosi e piuttosto distanti uno dall’altro. Io ero nella categoria Open, una categoria per tutti, diciannovesimo su circa 500 della mia categoria, un buon risultato insomma. Ora ci aspetta la classica e più affascinante tappa italiana Orte, dove ci saranno molti partecipanti delle nostre zone, pronti ad affrontare per la prima volta un esperienza unica, quale la Spartan Race.
Costantino, com’è l’after Day della Spartan?
Il giorno dopo la gara, é il peggiore come per i pugili. Ma come i pugili anche gli spartani preferiscono non pensarci. La Spartan race è fango e adrenalina, è corsa a ostacoli ma anche confronto con sé stessi: “Nudo e crudo, al di là del risultato”.