Permettetemi una riflessione… Ci giocavo anch’io…

di Menuccia Nardi

L’altro giorno ho fatto una piccola ricerca sui giochi e sulla loro evoluzione nel tempo, ovviamente senza nessun particolare intento di approfondimento: in realtà navigavo in un momento di relax sulla spiaggia (forse il termine giusto per descrivere questa particolare attività da “al momento non ho niente di meglio da fare” sarebbe un altro, ma non mi sembra questa la sede adatta per utilizzarlo…).

Che i tempi siano cambiati lo sappiamo, ed è nell’ordine delle cose che le abitudini e i giochi che appassionano i nostri figli siano in gran parte diversi da quelli che impegnavano noi, che ci facevano fare gruppo. Ci sta.

Ora, a dire il vero io non sono mai stata una ragazzina particolarmente incline ai giochi da “tutti assieme appassionatamente”, ho sempre avuto bisogno dei miei momenti di solitudine, anche nel gioco, ma ce n’era uno a cui ogni tanto partecipavo anch’io… il gioco della campana. Chi lo ricorda? Breve promemoria: si disegna con un gesso una sorta di campana formata da quadrati singoli, alternati a quadrati doppi, li numeri da 1 a 10, lanci un sasso nel quadrato numero 1 e inizi il tuo percorso saltando alternativamente su un piede solo o a piedi pari ed evitando proprio il quadrato con il sassolino. Al ritorno prendi il sasso, lo lanci sul quadrato successivo (senza farlo andare sui bordi o fuori, altrimenti salti il turno) e vai avanti.

Gioco in sé geniale: sviluppa la coordinazione, ti impone di contare, ti fa fare movimento e ti diverte in compagnia. Mi è tornato in mente. Ho avuto un breve flash (uno dei miei sì, ormai lo sapete, mi capita spesso, la mia mente è un flashback continuo!) e un po’ mi sono emozionata. Ci giocavo anch’io…

dal blog https://inostriocchisulmondo.wordpress.com/