di Menuccia Nardi
Ieri sera prima di addormentarmi ho pensato alla rubrica che avrei scritto stamattina e nelle mie intenzioni in questo momento dovrei essere alle prese con un articolo sul divertente andante. Come spesso mi capita, però, quando scrivo sono impulsiva e metto su carta (o su pc, dovrei dire!) quello che mi sento, e in questo istante sento di dover ricordare che due giorni fa era il 9 settembre… e il 9 settembre di vent’anni fa moriva Lucio Battisti.
Lucio Battisti non era un cantante della mia generazione, ma di quella dei miei genitori, eppure ho chiesto una sua cassetta quando ho avuto il mio primo walkman (non è un reperto archeologico, ma un apparecchio tascabile che si usava per ascoltare musicassette: oggi non esiste più, ma chi ha la mia età lo ricorda sicuramente. In occasione della promozione a scuola era un regalo molto ambito!).
Poi un anno, poco prima dell’estate, ho avuto il mio primo stereo portatile: ogni tanto lo portavo sulla spiaggia (tipico da adolescenti, direi! Accidenti, l’ho rovinato con tutta quella sabbia!) e mettevo anche lì le sue canzoni: non voglio dire di conoscerle tutte – sarei presuntuosa! – però ne so parecchie…
Ho buttato via da molti anni quello stereo e non so più che fine abbia fatto quel mio primo walkman, ma la mattina, quando vado a camminare lungo il mio solito percorso vista mare con le cuffie ad alto volume, o quando sono in macchina e ascolto la radio, tra le mie voci preferite c’è ancora quella di Lucio Battisti. Quanto mi piace quella voce! La sua musica sarà per sempre nelle mie orecchie e nel mio cuore…