All Star Game, le interviste del dopo gara.

Questo nuovo grande esperimento dell’All Star Game si è concluso da pochissimo, la grande festa del baseball e della Città di Nettuno ha brillato per organizzazione e partecipazione. Il pubblico delle grandi occasioni si è dato appuntamento sulle storiche gradinate dello Steno Borghese per festeggiare i propri idoli e loro sono scesi in campo, ognuno con la maglia della propria squadra, per divertire e divertirsi, come ci dice uno dei protagonisti nettunesi di questa sfida, Renato Imperiali:”Lo spettacolo è stato bellissimo anche dal campo, lo stadio pieno, merito anche di una organizzazione pressochè perfetta, è stato la cornice ideale di una sfida ideata per divertirci e divertire il pubblico, certo il risultato non è stato buono per la squadra All Star [che ha perso 12-4 ndr.], ha vinto meritatamente l’Italia, ma non dimentichiamoci che la squadra si è vista insieme solo oggi sul campo e di certo, a noi, mancava un obiettivo come quello della preparazione al mondiale di Panama, che invece aveva la Nazionale. Era ovvio che loro dessero di più visto che si giocavano la convocazione!”

La nazionale infatti è scesa in campo subito aggressiva, prendeva già dall’avvio un discreto margine sulla squadra delle stelle aiutata anche da molti errori difensivi, addirittura 4 nei primi due inning, e da un monte di lancio che sembrava non essere composto da tanti campioni della nostra IBL “È stato un momento importante per aggregare ancora di più la nazionale – ci dice Peppe Mazzanti – il nostro manager Marco Mazzieri non perde occasione per farci stare insieme qualche giorno ed i risultati si stanno vedendo. Il gruppo è sempre più stretto e poi scendere in campo in uno stadio così pieno fa bene al morale! Certo che sugli spalti erano veramente tantissimi! È stata una partecipazione oltre ogni aspettativa, Nettuno, quando viene chiamata a partecipare, regala sempre queste grandi emozioni! Anzi, colgo l’occasione per ringraziare tutti gli organizzatori di questa bellissima serata, a partire dal Comune, grazie al loro lavoro ha funzionato tutto alla perfezione!” poi tornando sul risultato della partita aggiunge: “Questa All Star Game  è stata la prima esperienza per il nostro campionato, è ovvio che da oggi bisognerà far tesoro di questa esperienza e cercare di cambiare quanto va cambiato per rendere ancora migliore e più equilibrata la sfida del prossimo anno, alla nazionale è servita come test, i mondiali di Panama sono vicini e noi vogliamo fare bene anche perchè veniamo da un anno di successi e vogliamo che questa striscia positiva prosegua!”.

Ruggero Bagialemani, bench coach nel roster dell’All Star Team, aggiunge:” Ha vinto l’Italia ma il vero vincitore è Nettuno ed il suo pubblico, la partita in se non è stata molto combattuta, è la prima esperienza per tutti, ci vuole più competizione e voglia di vincere, ma questo, visto che stiamo parlando di giocatori per lo più professionisti, puo arrivare incentivando la prestazione, con premi e bonus che possano stimolarli a quel gesto atletico che magari questa sera è mancato da parte di alcuni per preservare la loro condizione fisica. Forse sarebbe da rivedere anche il metodo di formazione della squadra bilanciando il volere dei tifosi e dando più peso ad una commissione di giornalisti e tecnici, anche per superare quei campanilismi che in una manifestazione del genere possono portare a falsare in qualche misura il valore tecnico della selezione”.

Quindi in definitiva “buona la prima”, l’idea di una partita delle stelle è indubbiamente un’ottima iniziativa per questo sport che deve aprirsi sempre più al pubblico, un pubblico che deve essere invogliato offrendo uno spettacolo e di spettacolo ne abbiamo visto molto sulle tribune del Borghese! Forse c’è da augurarsi che il gioco in campo salga di livello nelle prossime edizioni, ieri sera, forse, di quelle migliaia di persone che gremivano lo stadio, qualcuno avrà visto per la prima volta una partita di baseball però c’è da dire che si è visto un gioco in molti casi senza agonismo vero e proprio ed a dirla tutta in alcune sue parti è stata una partita anche lenta ed un po’ noiosa. Forse ieri sera a cinquanta persone si è accesa la scintilla del baseball nel petto, ma forse, con una partita più “vera”, quelle persone sarebbero state molte di più. Quindi chi organizzerà la prossima edizione dovrebbe ragionare su questo: cosa vogliamo noi da una Partita delle Stelle?

Di Jacopo Cherzad