di Menuccia Nardi
Dunque, è ufficiale: da qui e per le prossime due settimane sono in regime alimentare pre-natalizio. Che vuol dire? Niente di che, semplicemente sono a dieta. O meglio, cerco di tenere più o meno liberi lo stomaco e gli organi adiacenti, prima che vengano invasi dalle tredici portate che mia madre è solita preparare per la Vigilia di Natale. È tradizione, dice lei. Nel senso che è ormai tradizionale consuetudine che io quella sera, prima che si passi a giochi, regali – scarta qui e ringrazia là – mi senta puntualmente male, dolorante e vittima delle imprecazioni che sicuramente mi manda il mio apparato digerente, e puntualmente indecisa se accasciarmi su una sedia o svenire più comodamente sul divano, implorando digestivi vari – frizzanti e non, freddi o bollenti – presi in rapida successione e senza attendere di sapere quale fra i tanti abbia fatto effetto.
Naturalmente il tutto si potrebbe evitare limitandosi ad un assaggino, perché in effetti nessuno mi obbliga a mangiare in abbondanza ogni portata, ma quando la padrona di casa (mia madre), che cucina penso dal giorno prima, ti si avvicina e ti chiede “ne vuoi un altro po’?”, che fai? Rifiuti solo per timore di qualche doloretto allo stomaco? In effetti dovrei, visto i risultati ormai consolidati negli anni precedenti, e quest’anno lo prendo come impegno, il bis assolutamente no… cioè, assolutamente ora è un parolone, diciamo che tendenzialmente sarà no…va be’ l’intenzione di dire di no c’è, poi quella sera vediamo, vi farò sapere!