di Eduardo Saturno
Uno dei tributi più discussi sta per entrare in una fase di cambiamento. Si tratta della TARI, la tassa sui rifiuti, ovvero quel tributo destinato a finanziare i costi relativi al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Al pagamento sono tenuti tutti coloro che possiedono o detengono, a qualsiasi titolo, locali o aree scoperte suscettibili di produrre i rifiuti suddetti.
L’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA), preso atto della situazione assai eterogenea a livello nazionale, promette che, entro il 2019, sarà definito il primo metodo tariffario nazionale assieme alle nuove regole di trasparenza e incentivi agli investimenti per i miglioramenti alla gestione e alla qualità del servizio.
Le proposte in materia di metodo tariffario e obblighi di trasparenza verso gli utenti da applicare in tutta Italia in materia di rifiuti sono state presentate in un incontro tenutosi l’11 settembre 2019 e che ha coinvolto una platea di 650 partecipanti, tra rappresentanti delle aziende di servizi pubblici, delle istituzioni, degli enti locali e dei consorzi nazionali ma anche dei titolari delle industrie, delle associazioni datoriali e sindacali della filiera dei rifiuti.
“Gli obiettivi che la legge finanziaria 2018 ha affidato ad ARERA in materia di rifiuti erano ambiziosi- ha dichiarato il presidente di ARERA Stefano Bessenghini – miglioramento del servizio agli utenti, omogeneità tra le aree del paese, valutazione dei rapporti costo-qualità e adeguamento infrastrutturale”.
“Ben si comprende – ha soggiunto Bessenghini – come sarebbe difficile portare a compimento qualsiasi riforma omogenea senza un consapevole e attivo contributo di ciascun segmento della filiera. Le regole dell’Autorità e gli stimoli tariffari dovranno supportare tanto i cambiamenti comportamentali dei singoli utenti, quanto lo sviluppo tecnologico degli impianti di trattamento, tenendo ben presenti che ad obiettivi sociali ed ambientali occorre affiancare una pragmatica sostenibilità economica dei percorsi che si intraprendono”.
Per garantire un confronto continuativo con i diversi attori coinvolti nella governance del settore rifiuti ARERA ha anche istituito un tavolo permanente con Regioni ed Autonomie locali che si è riunito per la prima volta in questa occasione.
Sui due documenti è stata aperta fino al 16 settembre una consultazione pubblica che ha coinvolto tutti i soggetti interessati dal ciclo dei rifiuti. Scaduto il termine per invio osservazioni, sarà pubblicato (entro il 31 ottobre 2019) il provvedimento finale, previo confronto con le associazioni degli stakeholder sulla base delle osservazioni inviate e di ulteriori dati raccolti sul tema oggetto di consultazione.
La disciplina dovrebbe entrare in vigore entro il 1° aprile 2020, tuttavia, considerata l’eterogeneità del settore che vede la convivenza di diversi modelli di organizzazione, l’Autorità è orientata a prevedere un differimento al 1° gennaio 2021 per i gestori affidatari del servizio e i Comuni con meno di 5.000 abitanti residenti. La tempistica di adozione del provvedimento è correlata ai Consigli Comunali, i quali dovranno emettere entro l’anno provvedimenti relativi alla tariffa, avendo così a disposizione il metodo ARERA destinato ad unificare la complessa composizione Tariffa e Imposte sui rifiuti urbani e assimilati, anche differenziati.
Il primo periodo di regolazione sarebbe fissato dal 1°aprile 2020 al 31 dicembre 2023, senza differenziazione degli obblighi di trasparenza in funzione della tipologia di utenti (se domestici o non domestici).
Preso atto di una situazione fortemente eterogenea, riscontrata a livello nazionale, Arera ritiene necessario intervenire per assicurare una maggiore uniformità nell’informazione agli utenti e nella qualità del servizio. All’ uopo, verranno definiti contenuti informativi minimi obbligatori relativi ai servizi di raccolta e trasporto (RT) e spazzamento e lavaggio delle strade (SL) e definiti standard qualitativi minimi obbligatori ed omogenei su tutto il territorio nazionale.
L’intero processo regolatorio del settore rifiuti, si legge sul sito dell’Autorità, si sviluppa secondo quanto previsto da ARERA nell’obiettivo OS8 del Quadro Strategico 2019-2021. Nel dettaglio, l’Autorità ha previsto un meccanismo tariffario in grado di favorire la capacità del sistema locale di gestire integralmente il ciclo dei rifiuti, in coerenza con le Direttive Europee sull’economia circolare che – oltre a ribadire il principio pay as you throw – hanno fissato obiettivi di riciclo dei materiali e di riduzione delle discariche (a partire dal 2035 potranno ospitare solo un massimo del 10% di rifiuti urbani).
Al fine di dettare una graduale una graduale omogeneizzazione nel Paese, il metodo tariffario punta a rideterminare, in una logica di gradualità e secondo criteri di efficienza, i costi riconosciuti per il biennio in corso 2018-2019 e a definire i criteri per i corrispettivi TARI da applicare agli utenti nel 2020-2021. In particolare, viene ridefinito il perimetro delle attività incluse nel servizio integrato di gestione del ciclo integrato dei rifiuti urbani. La regolazione tariffaria, in pratica, sarà limitata a: spazzamento e lavaggio strade; raccolta e trasporto; gestione tariffe (riscossione) e rapporto con gli utenti; trattamento, recupero e smaltimento.
Non saranno ricomprese nel perimetro del servizio di gestione del ciclo integrato dei rifiuti urbani, e pertanto non saranno coperte dalla tariffa definita dall’Autorità, le attività esterne non strettamente riferibili al servizio, anche qualora siano state incluse nella concessione di affidamento del servizio di gestione integrata del ciclo dei rifiuti, quali: derattizzazione, disinfestazione zanzare, spazzamento e sgombero della neve, cancellazione scritte vandaliche, defissione di manifesti abusivi, gestione dei servizi igienici pubblici, gestione del verde pubblico, manutenzione delle fontane.
In particolare, come conferma un Comunicato Stampa sul sito ARERA, sono previsti 4 diversi tipi di schemi tariffari nell’ambito dei quali ciascun soggetto competente potrà individuare la soluzione più efficace, a seconda dei propri obiettivi di miglioramento qualitativo, di sviluppo gestionale e delle peculiarità territoriali in termini di limite alla crescita annuale delle entrate tariffarie.
Accanto alle nuove tariffe e a regole più omogenee, ARERA dedica un documento anche alla maggiore trasparenza che dovrà caratterizzare la TARI. Il documento prevede un primo periodo di regolazione che, qualora confermato dalle consultazioni, andrebbe dal 1° aprile 2020 al 31 dicembre 2023 per utenti domestici e non (ad eccezione dei Comuni sotto i 5 mila abitanti, per i quali l’applicazione sarà più graduale).
I gestori del servizio, compresi i Comuni che li gestiscono in economia, avranno l’obbligo di predisporre e pubblicare online la “Carta della qualità” e gli aspetti generali dei servizi. Ancora, si prevede che gli utenti debbano ricevere, nei documenti di riscossione, tutti i dati di sintesi sugli importi addebitati e il calcolo della tariffa, le modalità di pagamento, i recapiti e le procedure per i reclami, le informazioni sulle modalità di erogazione del servizio e sul raggiungimento degli obiettivi ambientali.
Qualsiasi variazione di rilievo nelle condizioni di erogazione del servizio dovrà essere comunicata agli utenti con un largo preavviso e i soggetti coinvolti nella filiera dovranno dialogare tra loro per trasmettere le informazioni richieste agli utenti.
(fonte: Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente)