“Voglio dire una cosa a tutti i fan di Draghi, che poi sono quasi gli stessi dei Governi Conte 1 e 2. Voglio solo dare un consiglio a chi si è stretto intorno a questo governo Frankenstein, cucito a forza, con pezzi che non lo sanno neanche loro perché stanno assieme. O forse lo sanno bene, anche troppo.
Il mio consiglio è solo uno: prendetevi una pausa, prendetevi del tempo. Si, aspettate.
Ci sono almeno tre buoni motivi per non esultare al Salvatore, per non correre in soccorso al più forte, vecchio difetto di questo nostro grande Popolo.
Il primo buon motivo e’ vedere che aria tira, con quella sana diffidenza che dovrebbe caratterizzare chi sa che la fregatura è dietro l’angolo e che sono pochi quelli che mantengono la parola data. Draghi è uno questi? Vedremo, intanto ha detto tante cose al suo insediamento, vediamo cosa mantiene. Sul suo curriculum, la voce “parola data al popolo e mantenuta” non c’è, salvo che io non abbia letto male.
Il secondo motivo è che stare con il potente di turno, non garantisce che il potente di turno stia con noi, con i bollettini da pagare, con il lavoro che non c’è, con l’interesse sovrano di una Nazione, della nostra Patria.
Terzo ed ultimo, ma non per importanza, è il valore del non stare con il Governo Draghi, la coerenza di una opposizione guidata da Giorgia Meloni, disposta a votare tutti i provvedimenti utili all’Italia, senza avere posti di potere in cambio.
Non stare con Draghi significa anche non accettare l’idea che il voto popolare non serva più a niente, che si possano avere tre governi consecutivi con un Presidente del Consiglio mai votato da nessuno. E che forse ci sarà anche un Presidente della Repubblica, a breve, con queste caratteristiche, con questa deriva centralista, lontana dalla gente.
Capisco, per concludere, il senso dello stringersi intorno a un capo nei momenti di difficoltà. È umano, è naturale, ma a patto che ci sia la volontà del ritorno alla normalità, di superare l’emergenza facendo esprimere gli italiani sulle scelte difficili che dovranno portare sulle spalle, ritornando al voto subito, invece di fare una maggioranza di governo ammucchiando partiti come cataste di legna secca, pronti a prendere fuoco alla prima scintilla.
Così in una nota il dirigente nazionale Fdi Romeo De Angelis.