Di Marianna Sturba
Quando il mondo adulto vuole importi di sedurre il principe azzurro…ribellati bambina.
Da qui deve partire un’importante campagna di liberazione delle nostre bambine, che restituirà loro bambole non più sessualizzate, ambiti erotici e ruoli precostituiti.
Liberiamo le nostre bambine da una erotizzazione della loro infanzia, dei loro giochi, della loro vita. Liberiamole dal segno evidente di un mondo maschilista pieno di ruoli precostituiti da incarnare. Liberiamole dall’esigenza di essere seducenti. Regaliamo loro la bellezza di essere bambine…questo anche quando scegliamo i loro abiti: non sono donne in miniatura ma bambine.
Possono fare ginnastica con una t-shirt semplice, ampia, morbida come si faceva con le bambine degli anni ’80/’90; possono uscire con le amiche con dei jeans non per forza a pelle, possono non avere le unghie laccate a 10 anni…tutto questo adeguamento ad un modello erotizzante sta favorendo una precoce adolescenza mentale.
Le nostre bambine , oggi, ancora più che in passato vivono la pressione sociale rispetto al loro modo di presentarsi al mondo. Le nonne le hanno liberate dai doveri, le mamme le riconducono ad un modello socialmente accettato ma non per forza amato dalle figlie. Tutto questo perché la società imprime un passo, delle tappe, delle nuove esigenze, verso le quali alle volte ci manca lo spirito critico necessario a bloccare una piatta omologazione, subdola e troppo spesso celata dietro strade lastricate d’oro.
Io le ascolto le bambine che la scuola mi mette davanti e posso dire che sono confuse. Eseguono gesti di cui non conoscono appieno il senso e significato ma nel tik-tok sono così e quindi vanno bene, usano filtri per farsi foto in cui gli occhi sono più grandi e le labbra più carnose, filtri che aumentino l’attrattività. Sentite quanto subdolo è il mondo intorno a loro? Vada per il filtro che ti inserisce un corno da unicorno, gli occhiali anni 70 e i brillantini nei capelli, ma poniamoci un dubbio dinanzi a tutto ciò che fa delle nostre bambine un oggetto desiderabile.
Fuori da moralismi e paure di abusi, ma dentro una logica di congruità per cui ad ogni età corrisponde un linguaggio, un vestiario e una socialità adatta agli strumenti di cui si può essere in possesso.
Togliamo quindi l’eros dai giochi e dagli abiti delle nostre figlie, permettiamogli di vedere una bambola con canoni estetici diversi, una storia in cui la donna non aspetta passivamente un principe contando solo sulla sua estetica e sul ruolo di vittima, avviciniamole allo sport che amano e non a quello che è conveniente fare, diamogli maglie azzurre e macchinette oltre a costruzioni e trucchi, facciamo sparire aspirapolvere, lavatrice e ferro da stiro dai loro giochi, permettiamo loro di sedere scomposte ed essere spettinate. Lasciamo che sia il tempo a portare nelle loro vite ciò che sono destinate ad essere senza stressare le loro vite di contenuti che non vi appartengono.