A cura dell’Ass.Cult. Amistadelab.
A partire dal mese di ottobre apre a Falasche, ad Anzio, la 1ª AULA DI QUARTIERE del progetto “Amici del Doposcuola Pop” ideato e curato dall’Associazione culturale Amistadelab e supportato dalla rete sociale C.U.R.A. (Comunità Urbana Reciproco Aiuto). L’iniziativa è stata accolta favorevolmente dalla Parrocchia di Sant’Antonio Abate, in zona Falasche, che ha messo a disposizione i propri spazi ogni mercoledì e giovedì dalle 15.30 alle 18.30. Qui volontari competenti svolgeranno, a titolo gratuito, attività di doposcuola rivolta a ragazzi in difficoltà socio-economiche. Il giovedì è inoltre prevista un’ora di “open day”, dalle 17.30 alle 18.30, per informazioni e iscrizioni gratuite.Tutte le attività saranno svolte nel rispetto delle regole di prevenzione anti COVID-19. L’auspicio dei curatori è quello che nel corso del tempo altre realtà già operanti in ambito culturale, sociale e solidale sul territorio, possano dare vita alla propria “aula” in tutti i quartieri di Anzio e Nettuno nel rispetto delle differenze, principio essenziale per prendere parte al progetto.
Gli ultimi dati sulla dispersione scolastica (Fonte: elaborazione Openpolis-Con i Bambini 2020-2021 su dati Eurostat e Istat) vedono l’Italia al quarto posto in Europa con il 13,1% di ragazzi tra i 18 e i 24 anni senza diploma. Il Lazio ha una media pari al 11,90% ed è in crescita rispetto al 2019. I dati disponibili per Anzio e Nettuno risalgono al 2011 (censimento Istat) con una media ad Anzio del 14% e a Nettuno del 15,1% dei ragazzi tra i 15 e i 24 anni che abbandonano la scuola. Percentuali, anche se non aggiornate, da non sottovalutare soprattutto tenendo conto della crisi pandemica che ha inevitabilmente inciso negativamente sul fenomeno della dispersione scolastica e sulla povertà educativa. È bene tuttavia sottolineare che l’esperienza del doposcuola è partita a novembre 2020, in una situazione di parziale lockdow e online, ciononostante i volontari hanno costatato situazioni di fragilità e di pre-abbandono scolastico covati da ben prima della pandemia. Quel che è mancato in questi casi non è dovuto alla DAD o alla disattenzione per la scuola da parte delle famiglie ma piuttosto alla mancanza di autostima degli studenti e di un adeguato orientamento alle loro famiglie. La scuola in questi anni è stata messa a dura prova dalla macchina amministrativa e da un tipo d’impostazione che lascia sempre meno spazio agli aspetti educativi dell’insegnamento. La complessità della situazione generale in cui ci troviamo, rende ancora più urgente la costruzione di una comunità educante che non si sostituisca alla scuola ma che le sia di accompagnamento, un processo già in atto in altre città italiane. Nel nostro territorio la tematica è stata affrontata dal CSV e da altre associazioni locali con iniziative virtuose insieme alle scuole. La pratica del “doposcuola diffuso”, attraverso l’apertura di aule di quartiere, va incontro a questa esigenza ma si concentra sulla ricerca di un metodo educativo legato all’insegnamento che abbia la finalità di costruire e curare 2 tipi di spazi ideali:
-lo spazio di relazione, incentrato sull’incontro di esperienze e sul dialogo con le figure coinvolte nella crescita dello studente, utile a costruire percorsi di soluzione alle problematiche riscontrate;
– lo spazio creativo, in cui la lezione di recupero è un’opportunità di apprendimento “che prende vita” per trovare insieme ai ragazzi le motivazioni per impegnarsi nello studio e trarre messaggi utili per far fronte alla quotidianità e alla propria fase esistenziale. La materia di studio diventa così <<materia viva>> che crea confronto e riflessioni reciproche, assumendo sempre forme nuove.
Per approfondimenti: amistadelab@gmail.com e social (Fb Amistadelab-Art&Culture – Ig amistade.lab).
Comunicato stampa
a cura di Manuela Vela-presidente dell’Ass. Cult. Amistadelab