Correva l’anno 1972 quando la comunità di Lavinio vedeva la realizzazione di un desiderio molto ambizioso: avere una Scuola sul proprio territorio che potesse accogliere i ragazzi dei tanti piccoli quartieri a nord di Anzio costretti a viaggiare per fruire del diritto allo studio. Nasceva così il “Virgilio” ieri scuola media statale oggi istituto comprensivo Anzio V che, sin da subito, per le famiglie di questo territorio è stato molto, molto di più. In occasione del 50mo anniversario di questo Istituto, pubblichiamo una lettera un po’ particolare scritta dalla prof.ssa Laura Casella, ieri alunna del “Virgilio” oggi docente nello stesso Istituto: dai suoi ricordi sarà facile comprendere quanto la Storia di questo presidio culturale sia stata importante per il territorio e per tutti i ragazzi che si sono seduti tra i suoi banchi:
“Se dovessero chiedermi cosa penso sia emblematico per Lavinio, credo che non esiterei a rispondere: “Il Virgilio!”
Quando misi piede per la prima volta in questa scuola all’avanguardia, con il laboratorio di tecnica dagli ampi banchi dal piano inclinabile, quello di scienze, pieno di provette e modelli anatomici, con una grandissima palestra, di cui ho ben chiaro in me l’odore di nuovo e di gomma dei palloni, e la Sala Verde, ricoperta di moquette… verde (cosa impensabile al giorno d’oggi, con tutte le norme sulla sicurezza da rispettare), con l’interfono dal quale la preside ci salutava o convocava in assemblea i rappresentanti degli studenti, avevo dieci anni, compiuti nel luglio precedente, tanta curiosità e, soprattutto, un’inimmaginabile voglia di conoscere questo nuovo modo di fare scuola. Venivo dalle elementari con la maestra unica e il direttore didattico che, ogni tanto, si affacciava e ci interrogava; adesso dovevo confrontarmi con almeno dieci insegnanti diversi e con la figura altisonante della preside. Era il 1988, ero iscritta nella sezione D e ad accoglierci c’era la professoressa Masullo, storica insegnante di musica! Non conoscevo i miei nuovi compagni di classe, perché avevo frequentato le elementari a Villa Claudia. Qualche volto noto era quello di chi aveva frequentato con me la catechesi nella chiesetta piccola vicino al ferramenta più famoso di Lavinio. Già, perché in quegli anni a Lavinio non c’era proprio nulla: la stazione, il Virgilio, la chiesetta, i campi, le grandi querce di via di Valle Schioia, appartamenti adibiti ad accogliere le scuole elementari “Bosco Olivo”, uno o due bar, un piccolo alimentari. La struttura delle scuole medie era davvero il punto focale del territorio: i ragazzi della zona si iscrivevano tutti lì e potevano dar sfogo ai loro talenti nei modi più vari, perché mattina e pomeriggio c’era sempre qualcosa da fare. Io ero entrata a far parte della squadra di atletica, allenata dal professor Berardi e ci siamo tolti davvero tante soddisfazioni sia ai Giochi della gioventù, dei quali a scuola ancora oggi vengono lucidati i trofei, sia ad altre gare giovanili. Altri compagni frequentavano i corsi pomeridiani di taglio e cucito, approfondivano lo studio della lingua inglese o si avvicinavano a quello della lingua latina. Non c’è stata una sfilata di carnevale alla quale non abbia partecipato la scuola intera! Ricordo ancora quando tutto il Virgilio si mascherò da personaggi dell’Eneide (dovrei avere anche qualche foto, ma … mi vergogno!) Andavamo a scuola il sabato – e la cosa non ci sconvolgeva -; durante la settimana si usciva alle 13, ad esclusione delle sezioni A e B che erano a tempo pieno e che un po’ invidiavo, soprattutto perché i miei compagni andavano a pranzare in mensa che, allora, funzionava per bene e aveva dei grandi e luminosi locali in cui mangiare. Era piacevole trascorrere il tempo lì, nonostante la severità di alcuni docenti e la vivacità di alcuni compagni.
Sono passati trentatrè anni da allora ed io sono ancora qui, al Virgilio! Potreste pensare che io sia particolarmente “de coccio”, come si dice a Roma, ma chi mi conosce sa che il mio ruolo all’interno della scuola è cambiato: adesso siedo alla cattedra (in realtà sulla cattedra, ma non ditelo alla dirigente!). Quando ho rimesso piede qui dentro era il 2013 e la scuola era affidata ad un reggente. Indovinate la mia sorpresa quando l’allora vicepreside mi disse che avrei avuto la sezione D! Ho provato un’emozione grandissima, paragonabile forse al mio primo giorno di insegnamento in assoluto. L’edificio non era poi cambiato così tanto, ad esclusione di un’ala nuova al primo piano, della sala verde nella quale la moquette aveva lasciato il posto al parquet, della mensa che non era più mensa. Dopo oltre trent’anni finalmente potevo mettere piede nella leggendaria sala professori, che tante fantasie aveva sempre stimolato nella mente di noi studenti, e lì ho ritrovato la professoressa Masullo! Da SMS adesso è un IC, da Scuola Media Statale ora è un Istituto Comprensivo, ma una cosa davvero non è mai cambiata in tutti questi anni: l’accoglienza calorosa delle persone che vi lavorano, i sorrisi, le battute, la grande collaborazione. L’amore per gli studenti non è cambiato e la cura nel condurli alla conoscenza di sé non è cambiata. Possono essere cambiati i metodi e le strategie, possono essere stati imposte più limitazioni nello svolgimento di alcune attività, possono essere cambiati gli obiettivi da raggiungere, ma mai, dico mai, ho visto mutare la dedizione e l’attenzione ai dettagli dei miei colleghi e del personale tutto. Inoltre ho avuto la fortuna di vivere la rinascita di questa scuola: dopo anni di reggenze in cui si alternavano dirigenti scolastici di altre scuole, è arrivata la nostra preside attuale, la professoressa Di Ruocco. Da subito ha preso a cuore le sorti degli studenti di Lavinio che si sono affidati al Virgilio e ha lottato sempre per far valere i loro diritti. Ancora oggi si continua a lottare per il benessere delle nuove generazioni sia in classe ogni giorno, sia nella dirigenza ogni, santo, giorno. E in questo momento così difficile per tutti, in cui si è costretti a mantenere le distanze, a nascondere i sorrisi, a seguire protocolli spesso complicati, l’amore per questa storica scuola di Lavinio non può che essere ancora più profondo: auguri Virgilio, che altri cinquant’anni di soddisfazioni possano fermarsi nei ricordi di tutte le persone che hanno vissuto in te e per te! “. Laura Casella