Oggi 29 novembre in Consiglio comunale di Aprilia ha discusso e votata all’unanimità dei presenti una mozione che esprime: Vicinanza e solidarietà alle donne private dei diritti civili in Iran.
I sottoscritti Consiglieri Comunali,
ai sensi dell’art. 63 del Regolamento di Organizzazione e Funzionamento del Consiglio Comunale, presentano la seguente:
MOZIONE
Oggetto: Vicinanza e solidarietà alle donne private dei diritti civili in Iran.
PREMESSA
Nelle ultime settimane in Iran sono accaduti gravissimi episodi
La giovane Masha Amini è stata uccisa all’età di 22 anni, per un velo indossato in modo non conforme ai dettami imposti in quanto si intravedevano i capelli. Morta nelle mani della così detta “polizia morale”, che l’aveva fermata per strada a Teheran dove era appena giunta con la famiglia per una visita ai parenti: caricata su un van, privata della propria libertà personale, picchiata durante la sua permanenza a bordo, mentre ai genitori veniva comunicato che sarebbe stata rilasciata dopo una “sessione di rieducazione”, e giunta poche ore dopo al pronto soccorso in stato di morte cerebrale. Ad oggi la giovane risulta essere ufficialmente deceduta per un improvviso attacco cardiaco. Versione contraddetta dal padre il quale ha dichiarato che Masha stava bene fino a che “il regime glielo ha consentito”;
Alcuni giorni dopo la morte di Masha Amini, è stata barbaramente uccisa Hadis Najafi, una ragazza appena ventenne assassinata dalle forze di sicurezza iraniane durante le proteste nella città di Karaj, crivellata da sei colpi di arma da fuoco al petto, al viso ed al collo.
La giovane donna era divenuta un simbolo delle proteste, poiché anche davanti alla polizia iraniana, non indossava il velo in quanto contraria all’obbligatorietà e alle leggi discriminatorie della Repubblica islamica. In un video circolato sui social, si vedeva chiaramente la giovane legarsi i capelli con l’elastico prima di unirsi ai manifestanti. Un gesto che tante ragazze, tante donne compiono quotidianamente, ma che in Iran si paga con la vita;
Tuttavia la morte di Masha e di Hadis sono solamente l’ultimo tassello di un mosaico di violenze perpetrate in Iran, un paese che solo nei primi sei mesi di quest’anno ha mandato al patibolo 251 persone dopo processi del tutto discutibili e sommari o anche senza alcun processo come nei casi di Masha e Hadis;
In data 28 settembre 2022 anche una nostra connazionale, Alessia Piperno, ragazza romana di trent’anni, è stata arrestata e detenuta nel carcere di Evin fino al 10 novembre con l’accusa di aver partecipato alle proteste di piazza che si stanno svolgendo ancora oggi in Iran;
In data 19 ottobre 2022 autorevoli testate nazionali hanno riportato la notizia dell’assassinio, ad opera della polizia iraniana, di Asra Panahi, studentessa di appena 16 anni, rea, secondo le autorità iraniane, di non aver intonato l’inno dell’Ayatollah;
Human Rights Activists in Iran (HRIA), ha monitorato le proteste per 54 giorni, e sarebbero almeno 328 le persone uccise e altre 14.825 quelle arrestate durante i disordini
La violazione dei diritti civili in Iran è talmente grave che lo scorso 17 ottobre ben 43 ong hanno chiesto al Consiglio Onu dei diritti umani di convocare una sessione speciale data la gravità dei crimini di diritto internazionale e delle altre violazioni dei diritti umani che si stanno verificando in Iran. Le 43 organizzazioni hanno anche chiesto l’istituzione di un meccanismo indipendente che abbia poteri d’indagine, di documentazione e di accertamento delle responsabilità.
Il 24 novembre si è tenuto l’incontro del massimo organo delle Nazioni Unite per i diritti umani che ha votato l’avvio dell’indagine indipendente con 25 voti a favore, 6 contrari e 16 astensioni.
Considerato che le autorità iraniane dovrebbero osservare strettamente i principi enunciati nel Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici, trattato dell’Organizzazione delle Nazioni Unite della quale l’Iran è membro dal 1945;
Ritenuto che sia da considerarsi inaccettabile morire per un velo indossato “male”, o per rivendicare il proprio diritto di libertà d’espressione, così come è intollerabile che venga usata la violenza nei confronti di chi dissente;
Ritenuto inoltre che, siano ormai palesi i continui abusi perpetrati dalla “polizia morale” in Iran, dove una donna non è libera neppure di legarsi i capelli, quei capelli che la legge islamica vuole, appunto, coperti dal velo;
Considerato infine, l’auspicio che l’Iran fermi immediatamente la violenta stretta sulle proteste ed in particolare le violenze commesse nei confronti delle donne;
tutto ciò premesso:
Il Consiglio Comunale, nell’esprimere la propria ferma condanna ai fatti elencati in premessa
Impegna il Sindaco e la Giunta
A farsi portavoce presso l’Ambasciata Generale della Repubblica Islamica dell’Iran della ferma ed unanime condanna da parte del Comune di Aprilia per l’assassinio di queste tre giovani donne e per la grave negazione, da parte delle autorità iraniane, dei più elementari, ed inderogabili, diritti civili e umani, che risultano calpestati;
A farsi portavoce nei confronti del Governo italiano, di promuovere nel più breve tempo possibile e in tutte le sedi, nazionali ed internazionali, la più ferma condanna dei fatti di cui in premessa e anche promuovendo azioni comuni per sensibilizzare la comunità Internazionale a stigmatizzare e contrastare tali gravi crimini e a favorire ed accelerare il lavoro della commissione indipendente di inchiesta istituita presso l’ONU il 24 novembre.
Ad attivarsi con le autorità nazionali italiane, per rendere nota la disponibilità del Comune di Aprilia ad accogliere le donne perseguitate che vorranno fuggire dal regime iraniano.
I sottoscritti Consiglieri Comunali
Alessandra Lombardi (promotrice e prima firmataria)