Al Comune di Anzio gli atti non stavano a posto. Compromessi i valori democratici

La nota di Alternativa per Anzio

“Per 4 anni e mezzo in Consiglio comunale ci siamo sentiti dare degli incompetenti da una maggioranza, forte, a loro dire, dei consensi elettorali ottenuti. Il Sindaco elargiva lezioni di amministrazione non richiesti, rimproverava le opposizioni di non studiare, di essere dei “sumari”. Decantava, fino all’ultimo giorno in carica, la gestione perfetta dell’Ente, la regolarità degli atti e una sicurezza sfrontata rispetto alla commissione d’inchiesta insediata a febbraio scorso, nonostante l’operazione Tritone avesse messo in luce quello che in tanti denunciamo da anni: i rapporti tra criminalità organizzata e politica.
Dopo lo scioglimento formale oggi arrivano i primissimi riscontri. 4 pagine con le quali il Ministro motiva, a seguito dei 6 mesi di indagine della commissione, la richiesta di scioglimento per mafia del comune di Anzio. Colpisce innanzitutto il quadro generale emerso: «l’assenza di regole e un autentico disordine amministrativo in cui versano gli uffici comunali, una gestione amministrativa improntata a criteri di mera conoscenza personale e clientelari, ove in molti casi la documentazione istruttoria e di affidamento viene redatta solo a lavori già avviati». «Gli esiti ispettivi […] hanno posto in evidenza come presso il comune di Anzio si sia verificata una EFFETTIVA COMPROMISSIONE DEI VALORI DEMOCRATICI.» Non a caso, «il sostegno elettorale ricevuto nelle elezioni del 2018 sia sintomatico di un evidente coacervo di interessi e di uno spaccato sociale rivelatore del clima in cui si è svolta la competizione elettorale, appoggio che non è stato offerto in modo disinteressato, bensì in cambio di commesse pubbliche, nonché di affermazione sociale dell’associazione criminale nel territorio di Anzio.»
Nel merito le contestazioni vanno dal settore dei rifiuti alle concessioni demaniali marittime, tra le quali quelle portuali legate a ormeggi e parcheggi, quelle balneari per le quali non veniva richiesta la documentazione antimafia – favorendo soggetti legati agli interessi mafiosi – quelle dei chioschi attraverso le quali si «generavano guadagni per alcuni amministratori locali, per i loro familiari, e per soggetti controindicati» violando la legge e il principio di imparzialità amministrativa. C’è poi la questione degli impianti sportivi, che hanno disvelato irregolarità, clientelismo e il sistematico sfruttamento di risorse pubbliche favorite dalle inerzie e dai ritardi dell’amministrazione comunale. La questione di una società consortile riconducibile ad un consigliere comunale e affidataria di appalti alle cui dipendenze ci sarebbero familiari di esponenti della camorra. Quella dei lavori di ispezione e spurgo affidati direttamente attraverso l’illecito frazionando per bypassare le procedure ordinarie, pagati peraltro per intero a fronte di lavori non compiutamente eseguiti come da contratto.
Da queste 4 pagine emerge una “oculata malagestione” che ha consentito alle consorterie criminali di ramificarsi in ogni ramo dell’Ente e acquisire sempre maggior potere nella città, alterando la vita democratica del tessuto sociale anziate. Diverse questioni citate in queste 4 pagine le conoscevamo e le avevamo denunciate (anche gli organi competenti), purtroppo invano. Altre sono il frutto di accertamenti speciali che hanno intrecciato indagini e intercettazione con rilievi amministrativi della commissione.
Gli atti non stavano a posto, non eravamo disturbati mentali, né degli incompetenti come hanno voluto farci credere per 4 anni e mezzo. Siamo convinti che altri elementi e sviluppi debbano ancora venire fuori. Nel frattempo, facciamo i nostri più sentiti auguri di buon lavoro alla commissione che dovrà riportare alla normalità la situazione nel nostro comune”.

Alternativa per Anzio