I risultati delle elezioni regionali che riguardano la nostra città ci consegnano un centrodestra al 70%. Una percentuale che in altri tempi avremmo definito bulgara e che in tutta la provincia di Roma si riscontra solo nel nostro territorio. Eppure qui da noi fratelli d’Italia, lega e forza Italia hanno dato prova di avere una disastrosa capacità amministrativa (periodo Coppola) e per di più hanno trascinato il Comune di Nettuno nel secondo commissariamento per infiltrazioni della malavita organizzata della storia della nostra città. D’altronde anche il primo fu causato dalla stessa parte politica. Eppure la città, o comunque coloro che hanno deciso di andare a votare, premia il centrodestra con una quantità di voti tali da rendere necessaria una riflessione. Molti nostri concittadini, la stragrande parte, ha seguitato a seguire le indicazioni dei cosiddetti “capibastone” del centrodestra locale, dimostrandosi così totalmente impermeabili agli accadimenti di questi mesi. L’evidente fallimento di Coppola e della sua inadeguata maggioranza è stato sotto gli occhi di tutti, eppure gli artefici di quella oggettivamente pessima esperienza hanno traghettato ai loro riferimenti romani migliaia di voti. Il consigliere regionale uscente, da parte sua, ha totalizzato numeri tali da riportarlo sul suo seggio, nonostante anch’egli fosse pienamente coinvolto nel fallimento politico della sua coalizione, avendo infatti il ruolo di gestione della Poseidon. Amministrazione caratterizzata da molte ombre. Eppure tutto ciò non ha avuto nessun effetto. È come se molti nostri concittadini avessero già rimosso tutto quanto accaduto o che peggio lo considerino privo di alcun interesse. I miei avversari politici diranno, con un ghigno di soddisfazione, che io faccia questa riflessione perché stia rosicando a causa della sconfitta elettorale. In realtà, non riesco a capire cos’altro di peggio deve fare una classe politica ad una città perché ne paghi le conseguenze ed è questa assurdità che mi obbliga alla riflessione, non di certo la prevedibile sconfitta elettorale dovuta alla mancanza di una coalizione che racchiudesse tutto il centrosinistra. Personalmente poi, se parliamo di numeri, non posso che ringraziare tutti coloro che anche questa volta hanno dimostrato di apprezzare il mio lavoro di opposizione e di proposta, sostenendo il PD anche con il voto di preferenza per il quale mi sono speso. In ogni caso, ci aspettano ancora molti mesi di commissariamento e visto che per un po’ non ci saranno elezioni, è arrivato il momento di tornare a parlare alla città. È necessario superare lo sconcerto e cominciare a gettare le fondamenta per costruire un progetto che sia etico moralmente ed efficace amministrativamente. Un progetto autorevole da contrapporre a coloro che hanno gettato la città in un buco nero e che oggi ancora detengono la maggioranza dei voti locali. È nostro dovere dare una speranza e un’alternativa credibile a chi non ha votato. Poi, in democrazia, si può vincere o perdere; l’importante è non imbarcare chiunque, costruendo un’accozzaglia, un coacervo di interessi inconciliabili, come ha fatto il centrodestra. Perché la storia ci insegna, o almeno dovrebbe farlo, che nulla di buono esce mai fuori da una vittoria ottenuta a tutti i costi.
Roberto Alicandri