Riconosciuta l’associazione di stampo mafioso nelle condanne con rito abbreviato nel processo sulla presenza della ndrangheta nei comuni del Litorale.
Condanne per un totale di 260 anni di carcere e riconoscimento dell’associazione a delinquere di stampo mafioso per alcuni degli imputati, giudicati con rito abbreviato, nel procedimento relativo alle infiltrazioni della ‘ndrangheta nei comuni di Anzio e Nettuno, sul litorale laziale.
A deciderlo il gup della Capitale che ha inflitto 20 anni ( con lo sconto di pena), tra gli altri, ai presunti capi del sodalizio Bruno Gallace, Vincenzo Italiano, Gregorio Spano’ e Fabrizio Schinzari.
Disposti anche una trentina di rinvii a giudizio per gli altri imputati che hanno scelto il processo con il rito ordinario, tra cui Giacomo Madaffari. Per questa vicenda, nel febbraio dello scorso anno, erano state emesse 65 misure cautelari su richiesta dei magistrati della Dda di Roma. Decisive dal punto di vista procesuale le migliaia di ore di intercettazioni predisposte dalla DDA e dai Carabinieri del Nucleo investigativo. Nel processo si sono costituiti parte civile: la Regione Lazio, i Comuni di Anzio e Nettuno su decisione delle Commissioni prefettizie, l’associazione Caponnetto.