Un rinnovato impegno sul territorio, per trovare azioni condivise di contrasto all’ingerenza della criminalità e l’offerta di 15 borse di partecipazione per i giovani del territorio ai campi estivi di impegno e formazione sulla legalità, promossi dall’associazione “Libera”.
È quanto scaturito dal recente incontro sulla legalità, che si è svolto ad Anzio nella parrocchia di Santa Teresa il 28 aprile, organizzato dall’ufficio diocesano per i Problemi sociali e il lavoro, diretto da don Salvatore Surbera, e a cui hanno partecipato anche il vescovo di Albano, Vincenzo Viva, Giampiero Cioffredi, già presidente dell’Osservatorio legalità e sicurezza della Regione Lazio e Marco Genovese, già responsabile dell’associazione Libera contro le mafie per la zona di Roma.
All’appuntamento sono stati invitati i Commissari prefettizi dei comuni di Anzio e Nettuno, le cui amministrazioni comunali sono state sciolte per infiltrazioni della malavita lo scorso dicembre, i dirigenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado e i docenti di Religione cattolica degli stessi istituti.
«Quando lo scorso mese di dicembre – ha detto il vescovo Vincenzo Viva – i Consigli comunali delle città di Anzio e Nettuno sono stati sciolti per ingerenza della criminalità organizzata nella pubblica amministrazione, abbiamo sentito il bisogno, come Chiesa di Albano, di non girarci dall’altra parte per non vedere, ma di prendere coscienza di questa situazione molto grave e allarmante, interrogandoci di cosa possiamo concretamente fare per affermare una cultura della legalità». Lo scioglimento dei consigli comunali e la risonanza mediatica hanno lasciato una ferita nella cittadinanza: «Tanti fedeli di Anzio e Nettuno – ha aggiunto Viva – mi hanno confidato di non riconoscersi nell’immagine negativa delle due città che ne è venuta fuori. Allo stesso tempo occorre però riconoscere che il tessuto buono delle due città non è stato ferito dalle inchieste giudiziarie, ma dalla criminalità che da molti anni ormai sembra condizionare pesantemente la convivenza civile. Ecco perché è giunto il tempo per dare una risposta in termini di cultura e prevenzione. È necessario mobilitare le coscienze, favorendo una cultura della legalità che si deve affermare per tutelare la giustizia e la libertà delle persone». Questo sforzo che la diocesi di Albano vuole avviare e sostenere richiede la collaborazione di tutti: istituzioni, scuole, associazioni e parrocchie. «La nostra fede cristiana – ha concluso il vescovo di Albano – ci spinge ad incarnare nella storia la redenzione che Cristo ci ha portato: si tratta allora di combattere le cause che favoriscono l’affermarsi dell’illegalità mafiosa, cioè la paura, l’indifferenza, la convivenza più o meno consapevole. Le mafie che condizionano il nostro territorio rubano la libertà, la giustizia, la speranza nel futuro delle persone. Occorre prendere consapevolezza e agire insieme. Questa serata ha lo scopo di una presa di coscienza e di avviare un’azione educativa».
Inoltre, la diocesi di Albano ha messo a disposizione 15 borse di partecipazione, del valore di 200 euro ciascuna, per altrettanti giovani, in particolare di Anzio e Nettuno, per partecipare a uno dei campi estivi di impegno e formazione sulla legalità, promossi da Libera sul territorio nazionale. «Come diocesi – ha detto ancora il vescovo Viva – crediamo che queste esperienze molto concrete di impegno e sensibilizzazione nei luoghi confiscati alle mafie, possano essere uno strumento valido per i giovani. Nei prossimi mesi anche le parrocchie di Anzio e Nettuno individueranno iniziative e modalità per far emergere il tema della legalità nell’azione pastorale e lo stesso appello lo rivolgiamo anche alle aggregazioni ecclesiali e agli insegnanti di religione cattolica nelle scuole».