Come era prevedibile non si sono fatte attendere le reazioni alla decisione del presidente della Regione di revocare il patrocinio alla manifestazione “Roma Pride 2023” che attraverserà le vie della capitale sabato 10 giugno. La giunta di destra che guida la Regione ha accolto l’appello dell’associazione “Pro vita”.
Gli organizzatori: “Pro Vita chiede e la politica esegue”
Dopo la concessione del patrocino al Roma Pride il neo governatore della Regione Lazio Francesco Rocca paga il debito elettorale a Pro Vita e ritira il patrocinio concesso con delle motivazioni pretestuose dato che la Regione Lazio conosceva le rivendicazioni e i contenuti politici della manifestazione.
“Siamo ormai alla farsa ‘Pro Vita ordina e la politica esegue’ – afferma Mario Colamarino portavoce del Roma Pride. Con l’ironia che ci contraddistingue ringraziamo Pro vita per averci offerto un servizio di ufficio stampa gratuito. Grazie a loro siamo certo che sabato 10 giugno alla grande parata che partirà da piazza della Repubblica alle ore 15 ci sarà una folla oceanica che crede nei diritti, nell’uguaglianza e nella laicità. Per quanto riguarda il governatore Francesco Rocca, lo rassicuriamo che visto che la Regione Lazio è delle cittadine e dei cittadini, quindi anche nostra e non di un manipolo di talebani cattolici”.
Il Sindaco Gualtieri «Il Roma Pride è una manifestazione importante per la comunità Lgbt+ e per tutti i cittadini che combattono le discriminazioni e sostengono i diritti. Per questo Roma Capitale ha assicurato il proprio patrocinio e per questo sabato sarò in piazza per il Pride». Così su Twitter il sindaco di Roma Roberto Gualtieri.
Il PD: “E’ un atto grave, un passo indietro sul terreno dell’impegno dei diritti, della lotta alle discriminazioni. Inutile agitare lo spettro della gpa, il Pride è da sempre il momento in cui la comunità lgbtq+ si mostra con tutto l’orgoglio delle sue battaglie per una piena cittadinanza, a partire dal doveroso riconoscimento dei diritti delle bambine e dei bambini delle famiglie arcobaleno”. A dichiararlo in una nota Cecilia D’Elia, senatrice del Pd. “Non c’entra nulla l’utero in affitto, non c’entrano nulla i presunti comportamenti illegali cui fa riferimento la Giunta: la revoca del patrocinio al Roma Pride da parte della Regione Lazio dimostra ancora una volta che con Fratelli d’Italia al governo l’omofobia è istituzionalizzata, è una omofobia di Stato”.
La GGIL di Roma e Lazio: “Il ritiro del patrocinio della Regione Lazio al Roma Pride è una scelta sbagliata. Il presidente Rocca ha perso l’occasione di essere il presidente di tutte le cittadine e i cittadini di questa regione. Questa marcia indietro ci preoccupa, sia perché si tratta di un arretramento rispetto a un società più equa e che rispetti le differenze e pratichi il contrasto ad ogni forma di discriminazione; sia perché le motivazioni fornite dalla giunta regionale sembrano rispondere a posizioni reazionarie con una deriva pericolosa sui diritti civili.
Ricordiamo che il Pride, è nato per affermare e conquistare diritti per le persone LGBTQIA+, per garantire la piena autodeterminazione delle persone e superare le disuguaglianze. Tutti obiettivi che per essere raggiunti hanno bisogno sia di processi culturali, che di interventi normativi al passo con la società che cambia ed evolve. Sabato 10 giugno, saremo al Roma Pride ancora più convintamente”.
Sinistra italiana: Nessun oscurantismo spegnerà i colori del Pride. La decisione di Rocca di revocare il patrocinio al Pride definendo la manifestazione romana: “Volta a promuovere comportamenti illegali” è inaccettabile.
Il diritto di manifestare è sancito e garantito dalla nostra Costituzione.
Sabato 10 giugno Sinistra Italiana Lazio aderirà al Pride invitando tutti i propri iscritti a partecipare e sfilerà per la “QeerResistenza”. Mano nella mano insieme. Ci saremo. Sinistra Italiana Lazio.