“Percorrendo la pista ciclabile di via Pirandello non si può non notare l’angustia delle due corsie, ridotta a 1 mt di larghezza ognuna sebbene questa ampiezza, eccezionalmente ridotta rispetto ai 2,5 mt previsti, possa essere protratta solo per una lunghezza limitata dell’itinerario ciclabile (DM 557/1999 del MIT). Non si può non notare che non si è tenuto conto degli ingombri dei ciclisti e dei velocipedi nonché dello spazio per l’equilibrio e di un opportuno franco laterale libero da ostacoli visto che attigui alla pista sono presenti, non contemporaneamente, un muro, la recinzione di un’area verde e dei rovi; questi ultimi a seguito di scarsa manutenzione nel percorso pedociclabile sono cresciuti a dismisura impossessandosi per un tratto di una delle due corsie rendendo la pista ancora più angusta ed in parte impraticabile. Sulla stessa pista pedociclabile, già ridotta alla larghezza minima ed eccezionalmente prevista per quelle ciclabili e che non risulterebbe idonea per essere anche pedonale, non si può non notare oltre alla scarsa manutenzione, con cigli distaccati dai marciapiedi e rovi che hanno invaso la corsia, anche la mancanza di ben 65 archetti parapedonali bianchi e rossi e anche diversi punti di ruggine sugli archetti “superstiti”. Per il tratto di pista di via Pirandello sono stati spesi più di 55.000 € a cui vanno sommati 8.500 € che serviranno per ripristinare gli archetti parapedonali incredibilmente spariti dopo circa un anno dalla inaugurazione della pista. Chiediamo all’attuale amministrazione, incolpevole della realizzazione di questo obbrobrio, di partire con la manutenzione della pista, con il taglio dei rovi, il ripristino dei 65 archetti parapedonali volatilizzatisi e la verniciatura degli archetti ancora presenti e già arrugginiti e la rimozione della piantana, all’angolo con via Leopardi, che restringe ulteriormente la pista e mette in pericolo i fruitori dell’opera. Mobilità sostenibile sì, piste ciclabili sì, ma solo se razionali, completamente fruibili e sicure insomma, non come questa”.
Andrea Ragusa