Anche se i vigili del fuoco sono riusciti dopo tre giorni a domare le fiamme, il livello di guardia resta alto.
Un tavolo tecnico urgente è stato istituito in Regione per cercare soluzioni alla preoccupante situazione a Ciampino, dove i livelli di diossina superano più di 100 volte quelli indicati dall’Oms.
Al momento si chiede di tenere porte e finestre chiuse, limitare gli spostamenti allo stretto necessario, limitare l’uso di impianti di climatizzazione, lavare frutta e verdura. Si sta monitorando l’evoluzione per verificare l’andamento della dispersione dell’aria.
Otto i comuni interessati e inseriti in una sorta di “zona rossa”: Oltre a Ciampino, Grottaferrata, Marino, Albano, Ariccia, Lanuvio, Castelgandolfo, Frascati.
I dati sulla qualità dell’aria
Dopo dopo l’incendio che sabato scorso ha devastato un impianto di trattamento dei rifiuti a Ciampino i valori della qualità dell’aria continuano ad essere oltre i limiti, in particolare per la presenza di diossina e di benzopirene: il primo salito da 37 a 42, mentre il secondo sceso da 94 a 11 volte oltre i limiti, all’interno dell’impianto. È quanto emerge dalle ultime rilevazioni effettuate da Arpa Lazio, che ha installato due campionatori ad alto volume, strumenti necessari per verificare l’eventuale presenza in aria di sostanze inquinanti come idrocarburi policiclici aromatici, Pcb e diossine: il primo nell’area interessata dall’incendio ed il secondo a circa 600 metri dal rogo. All’interno dello
stabilimento la diossina ha raggiunto un valore di 42 pg/m3, oltre il limite suggerito dall’Oms di 0,1-0,3. Mentre il valore del benzopirene è pari a 11 ng/m3, quando il limite
è 1. Quindi, dati ancora “superiori ai valori di riferimento”.
A 600 metri dal rogo, invece, il valore delle diossine è salito a 4 da 3,3 pg/m3, mentre quello del benzopirene è sceso a 0,1 da 0,3 ng/m3. In particolare, per quanto riguarda le diossine “non esiste un riferimento normativo in aria ambiente. Concentrazioni di tossicità equivalente (TEQ) in ambiente urbano di diossine e furani sono stati stimati (dati World health organization Who nel documento Air quality guidelines for Europe 2000) pari a circa 0,1 pg/m3, anche se è elevata la variabilità da zona a zona – rileva Arpa -. Mentre concentrazioni in aria di 0,3 pg/m3 o superiori indicano la presenza di fonti di emissione localizzate. I valori dei campioni del 29 e 30 luglio (sito 1 e 2) sono superiori al valore di riferimento”. Tra gli idrocarburi policiclici aromatici (Ipa) normalmente rilevabili il benzoapirene, è l’unico composto per il quale la legge prevede un valore limite pari a 1 ng/m3 come concentrazione media annua. “Il valore dei campioni del 29 e 30 luglio misurato presso il sito 1 sono superiori al valore di riferimento. I valori dei campione del 29 e 30 luglio misurati presso il sito 2 sono inferiore al valore di riferimento”.
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