La fissazione di un salario minimo è una battaglia di civiltà, in un paese come il nostro dove i giovani, e non solo loro, vengono spesso sottopagati e sfruttati. Spesso si sottovaluta che questi scarsi stipendi, anche se solo ad inizio carriera, anche se poi spesso durano molto più a lungo, incidono in modo decisivo, non solo sul tenore di vita attuale, ma anche su quelle che saranno le pensioni future dei nostri figli. Un recente studio ha infatti calcolato che le future generazioni andranno in pensione a 74 anni con circa 1000 euro al mese. Noi abbiamo l’obbligo morale di pensare al loro presente, per consentirgli di avere una indipendenza ma anche al loro futuro, per evitare di fare una generazione di futuri poveri. Inoltre il salario minimo, cosa per altro presente nella stragrande maggioranza dei paesi europei, servirà a combattere altre storture del mondo del lavoro, come i contratti pirata, quelli che sostanzialmente legalizzano gli stipendi da fame, ad arginare le imprese fantasma e le false cooperative ed infine, cosa non di poco conto, a contrastare le esternalizzazioni, con le quali le aziende, per non assumere, affidano interi settori produttivi ad imprese interinali, di fatto consentendo che nella stessa fabbrica ci siano differenze stipendiali considerevoli ed enormi differenze di tutele tra lavoratori che lavorano fianco a fianco. La proposta del salario minimo ha poi effetti anche sul lavoro parasubordinato (collaborazioni e gestione separata) e su tanti autonomi. Come appare evidente, il tentativo delle destre di cancellare la proposta o comunque di provare a rimandarla alle calende greche, è l’ennesima dimostrazione della volontà di questo governo di tutelare chi sfrutta i lavoratori e non di certo di ampliare i diritti di questi ultimi. Per questi motivi le opposizioni, tra le quali il Partito Democratico, invitano a firmare la petizione online all’indirizzo salariominimosubito.it perché d’ora in poi non si possa più pagare un lavoratore meno si 9 euro l’ora, come purtroppo accade ad oltre 3 milioni di nostri concittadini.
Roberto Alicandri