“Con la nuova proposta nella legge di bilancio, il governo Meloni, mette le mani direttamente nei conti correnti di chi ha debiti con il Fisco, consentendo all’agenzia delle entrate di sapere quanto ognuno di noi ha sul proprio conto corrente. Con questa nuova norma infatti l’agenzia delle riscossioni potrà verificare le giacenze dei conti correnti, dei libretti postali e delle carte prepagate dei cittadini, pignorando così a colpi sicuro le cifre che devono essere recuperate dallo Stato. Oltre al fatto che non si capisce come la Consulta potrà consentire una violazione della privacy del genere, questo pignoramento lampo rischia di essere antisociale, perché non è stato previsto nessun limite nei confronti delle famiglie fragili, che vivono con stipendi o pensioni basse. In sostanza invece di penalizzare i grandi evasori, che con il gioco delle scatole cinesi e con una sfilza di prestanomi fanno perdere le proprie tracce all’agenzia delle entrate, chi ci rimetterà, con questa nuova norma, sarà, come sempre, chi vive nei pressi della soglia di povertà e che magari per un debito dovuto alle tasse comunali o ad alcune multe si vedrà sparire dal conto corrente lo stipendio o la pensione appena arrivati. Serve assolutamente una tutela per chi si indebita perché non ce la fa a pagare, per le categorie fragili e per tutta quella fascia di popolazione che fatica ad arrivare a fine mese. Si devono colpire i grandi evasori e i soliti furbetti non chi vive sul baratro della povertà”.
Roberto Alicandri