“Ci sono colpi troppo pesanti per coloro che sono troppo fragili.”
Lincoln nel bardo, di George Saunders edito da Feltrinelli, romanzo struggente, i romanzi che piacciono a me, quelli dove se esce fuori la lacrima mi piacciono ancor di più, ma oramai mi conoscete e non serve aggiungere altro, se non che questo è un piccolo gioiellino, capace di indagare un dolore tanto profondo quale la perdita di un figlio, che si mescola ai doveri pubblici, quindi la fusione tra intimo e la vita più manifesta.
Il racconto ha luogo nel “bardo”, un luogo sospeso tra la vita e la morte, dove Lincoln potrà nel corso di una notte intera, accedere ai suoi sentimenti più profondi, una sorta di autoanalisi, che ha come riferimento William, il figlioletto di undici anni, morto per una malattia.
Un libro toccante, un libro che oltre ad avere riferimenti storici, mostra un profilo umano che chiaramente fonde reale e finzione, ma consegna al lettore uno spunto di riflessione delicato e incisivo: la perdita e il tempo.
Un padre che non si capacita di non poter più riabbracciare suo figlio e un figlio che non si capacita di non avere più tempo da poter spendere col padre.
“Il dono più grande e più caro di tutti:
Tempo. Altro tempo.