“L’importanza del momento. Semplicemente non ce ne accorgiamo.“
David Bonanni, “Troppe sere come tante” edito da La torre dei venti, ci regale un libro riflessivo.
Quante volte ci siamo immersi in una routine, ci siamo dipinti in un modo fino ad arrivare a sentirci in quel mondo, e quante volte ci hanno investito di ruolo che non ci apparteneva cadendo così preda di un percepito che diventa quasi assoluto, che annebbia la vista fino a quando non accade qualcosa di inaspettato.
Quell’inaspettato siamo però sempre noi a crearlo, basta sentirsi pronti, basta pungolare quel senso di sconforto e far uscire altro.
Due storie, due protagonisti, un uomo e una donna che lavorano nello stesso studio del commercialista, il Dott.Rigoni, uomo autorevole, schivo, egoista e intransigente.
Marco nonostante potesse auspicare ad una buona posizione lavorativa, dopo mille peripezie si ritrova a lavorare per un meccanico, sottopagato e in attesa di stipendio.
Vista sentimentale ammaccata, gli amici intorno che si sposano e fanno figli, mentre lui rimane fisso, quasi inerme, fino a quando un sussulto di amor proprio busserà alla sua porta.
Chiara da Rofrano, nel Cilento, orfana a ventun anni di padre, una madre atona, vola nella tumultuosa Roma in cerca di spunti, si ritrova in pochi giorni dal suo arrivo ad essere la segretaria Milani, del Dott. Rigoni e lo farà per tutta la vita.
Farà quello sempre. Ogni giorno. Come un nastro che viene riavvolto e ogni istante è uguale. Proverà ad approcciare all’amore, con deboli risultati ma qualcosa dopo lungo tempo cambierà.
Per entrambi a cambiare è il loro stesso passo.
Quando sei con l’acqua alla gola o soccombi e anneghi, oppure trovi le forze per emergere, devi solo capire quanto pesa sulla bilancia il tuo esistere.