Parte in tutta Italia oggi, 17 maggio 2024, la campagna Meglio a Colori (www.meglioacolori.it), trainata
dalla cordata delle principali associazioni arcobaleno: cartellonistica, contenuti social e una raccolta Firme per una proposta di legge sono solo tre delle attività pensate per dire stop ai tentativi di
conversione, che nel nostro Paese da una persona su cinque. La campagna si pone un obiettivo al 2028 e lancia una raccolta fondi per portare il messaggio in tutte le strade d’Italia, per affermare il diritto universale all’orientamento sessuale e all’identità di genere.
Tra le realtà che sostengono il progetto: Gaynet, Rete Lenford, Arcigay, Mit, Agedo, Libellula, Gender X, Circolo, Mario Mieli, Genderlens, Famiglie Arcobaleno, Rete Genitori Rainbow, Arco, Agapanto, I
Sentinelli di Milano, Alfi, Cest, Nudi, Tgenus, Cammini di Speranza, Edge, Dì Gay project, Omphalos LGBTI, Tenda di Gionata, Possibile Lgbti+.
La campagna si apre all’indomani della diffusione degli ultimi dati FRA (European Union Agency for Fundamental Rights – EU LGBTIQ Survey III): il 26% delle persone LGBTIQ in Europa ha sperimentato le pratiche di conversione, mentre il 3% ne è stato sopraffatto.
In Italia la percentuale è del 18%, ovvero 1 persona su 5, che corregge in peggio la stima del 10% precedentemente diffusa dalla Società Italiana di Andrologia (2020).
I tentativi di conversione, detti anche ‘terapie riparative’ sono pratiche che vanno dall’abuso psicologico alla violenza fisica, fino all’elettroshock. Così sono state documentate dalle Nazioni Unite (2020), che le hanno definite vere e proprie torture. Lo scopo è quello di modificare
l’orientamento sessuale e l’identità di genere di una persona andando contro ogni fondamento scientifico, come affermano le associazioni medico-psichiatriche, psicologiche e psicoanalitiche di oltre 65 Paesi (ILGA World, 2020).
I tre soggetti di lancio riprendono tre storie vere, dalla ragazza portata dall’esorcista a Torino perchè lesbica, al paziente non-binary costretto a “decidersi” tra uno dei due generi, fino alla storia più recente del padre che ha provato a far “diventare etero” il figlio.
Sono tre esempi di una cultura della devianza sempre più diffusa, da combattere a partire da una legge contro i tentativi di conversione.
“Il Parlamento Europeo – ricordano le realtà promotrici – ha raccomandato più volte, sin dalla risoluzione del 2018, di vietare queste pratiche. Allo stesso modo si sono espressi il Consiglio d’Europa con la raccomandazione 17/2023 e la Commissione Europea nella LGBTIQ Equality
Strategy 2020-2025. Germania, Francia, Grecia, Spagna, Belgio, Cipro, Islanda, Norvegia e Portogallo, in Europa, hanno già seguito questa strada.
Queste pratiche sono la punta di un iceberg che nasconde pregiudizi, stereotipi e discriminazioni ancora estremamente diffusi, insieme a una precisa visione della società in cui esistono persone di serie A e di serie B.
Da oggi è possibile firmare su All Out la petizione la petizione che chiede al Parlamento di fermare la retorica
della devianza contro le persone LGBTQIA+, e discutere una legge contro le pratiche di conversione.
“L’identità di genere e l’orientamento sessuale – si legge nella petizione – sono a pieno titolo diritti fondamentali della persona che si realizzano nella vita di relazione, come dice la Corte Costituzionale. Questa campagna afferma definitivamente che le nostre vite, come quelle di ogni persona sono Meglio a Colori, contro l’oscurantismo di chi vuole portarci via il nostro orientamento
sessuale o la nostra identità di genere, che sono quello che siamo”.