“Praticare il coraggio, la compassione e la connessione significa guardare alla vita e alle persone che ci circondano e dire:”Io ci sono”.”
“I doni dell’imperfezione” di Renè Brown mi è stato consigliato da una ragazza dopo aver letto una mia frase su IG.
La frase diceva:”Dopo il mio cinquantesimo mental break down, sorrido!”.
Ho aperto queste pagine con una sensazione di sollievo, inspiegabile, l’ho lasciata come ultima lettura estiva dopo una serie di romanzi emotivamente tosti, così mi sono abbarbicata sul divano e in circa 3 ore l’ho iniziato e finito.
In queste tre ore Renè ha sintetizzato i miei ultimi sette anni, ha racchiuso con parole semplici ed efficaci la mia “Bibbia esistenziale”, merito di un percorso di terapia che spero mi accompagnerà per lungo tempo.
Compassione, Coraggio, Connessione.
Vulnerabilità.Se.
Gioia, risate, creatività.
Spiritualità.
Cantare, ballare.
Ricerca di attività soddisfacenti.
Auticompassione.
Intuito e fede.
Giocare e riposare.
Amore e appartenenza.
Una lista lunga, faticosa, che sembra irraggiungibile alla cui base deve necessariamente esserci la pratica.
Fare pratica significa indagarsi, non nascondersi, provare ad accettare i limiti e poi provare a superarli, senza giudizio e senza critica. Un cammino tortuoso perché ti mischi con le peggiori parti di te, ti scontri, ti confronti e alla fine apri il cuore e abbandoni la testa e finalmente vivi!
In questo cammino impari a ri-conoscere anche chi può camminare con te, le persone su cui contare e quelle che ci saranno per un breve o medio lungo periodo, ma soprattutto quelle che sono capaci di ascolto senza interferenza e senza gesso e lavagna.
Vivere nell’imperfezione ho scoperto essere il modo di vivere più autentico ed elettrizzante perché mi ricorda ogni giorno di essere abbastanza.