Una nuova stretta sulle pensioni è in programma nella manovra d’autunno del governo Meloni. Sul fronte previdenziale, infatti, i tecnici dei ministeri del Lavoro e del Tesoro lavorano su varie simulazioni per una stretta all’anticipo pensionistico, liberando risorse da una misura – quota 103 – perchè sembra costi troppo. Il tema dovrebbe approdare anche alla riunione di maggioranza di domani, venerdì 30 agosto.
Allo studio nel governo ci sarebbe un prolungamento delle finestre di uscita a 6-7 mesi dagli attuali 3 per i lavoratori che optano per l’anticipo con 42 anni e 10 mesi di contributi (41 e 10 mesi per le donne) a prescindere dall’età anagrafica. Potrebbero inoltre non essere rinnovate né Opzione donna, né l’Ape sociale.
Tra le misure allo studio dei tecnici anche un ritocco verso il basso del meccanismo di rivalutazione per gli assegni di importo più elevato. Sul tavolo del pacchetto pensioni c’è anche la proposta lanciata nelle scorse settimane dai sottosegretari leghisti all’Economia, Federico Freni, e del al Lavoro, Claudio Durigon, per destinare obbligatoriamente il 25% del Tfr alle forme integrative, alleggerendo così parzialmente l’onere a carico dello Stato.