L’inchiesta è quella coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia
Nelle indagini DDA della Procura di Roma ricostruiti gli affari del gruppo legato alla ‘ndrangheta
I due hub di rifornimento mettevano in collegamento le piazze di spaccio di Roma Est con l’Olanda, a Nord, e con la provincia di Reggio Calabria a Sud. E ciò che ha reso più forte questa organizzazione è stata la capacità di trattare in modo diretto con i fornitori, eliminando i costi degli intermediari.
Lo hanno ricostruito i finanzieri del GICO, il Gruppo Investigativo sulla Criminalità Organizzata, che per un anno, tra il 2022 e il 2023, hanno passato al setaccio i messaggi scambiati dagli indagati su una piattaforma per le chat criptate.
Così sono stati ricostruiti i legami con la ‘ndrina dei Nirto di San Luca che sarebbero stati tra i principali referenti per rifornire la merce distribuita all’ingrosso per poi finire sul mercato al dettaglio nei quartieri Giardinetti, Torre Spaccata e Quarticciolo della Capitale.
90 chili di cocaina e 40 di hashish. Questi i quantitativi complessivi di cui è stato documentato il commercio. Solo gli scambi ricostruiti nelle chat descrivono un giro d’affari di 300mila euro.
L’inchiesta è quella coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Roma e culminata con l’ordinanza che dispone la custodia cautelare in carcere per 9 persone. Misure eseguite alle prime luci dell’alba questa mattina. La ripartizione di ruoli e funzioni fra gli indagati si accompagnava a ulteriori aspetti tipici delle realtà delinquenziali più strutturate, quali la tenuta di una contabilità dei proventi illeciti e delle partite di droga, la gestione di una “cassa comune” per far fronte alle spese di funzionamento, la disponibilità di un apparato logistico comprendente locali di deposito, vetture munite di doppi fondi per il trasporto della droga e dispositivi telefonici in grado di assicurare comunicazioni riservate fra gli indagati.
Proprio l’utilizzo di piattaforme di messaggistica criptata assicurava, tra l’altro, l’immediatezza nella definizione delle contrattazioni, fornendo agli indagati la possibilità di interagire e stringere rapporti “d’affari” all’interno di vasti network internazionali, nei quali la domanda e l’offerta di stupefacente si incontrano senza passaggi intermedi che ne facciano lievitare il prezzo, garantendo così un vantaggio competitivo nelle successive fasi di commercializzazione della sostanza.