HomeAttualitàIn poche parole, "Lo sbilico" il libro di Alcide Pierantozzi

In poche parole, “Lo sbilico” il libro di Alcide Pierantozzi

“Io vivo un passetto alla volta, una riga alla volta, resisto un’ora alla volta, vado da A a B.”

Ho tenuto tra le mani questo libro per diversi giorni prima di iniziarlo, avevo un blocco allo stomaco, avevo paura che potesse raccontarmi qualcosa di conosciuto ma con cui faccio fatica a fare i conti. L’ho aperto, ho respirato e mi sono detta:”Piacere di conoscerti Alcide, ti va di stare un po’ con me?”.

Malattia mentale, come carne viva Alcide Pierantozzi (Lo sbilico per Einaudi) ce la mette sul tavolo, la viviseziona con lucidità senza lasciare spazio all’immaginazione, all’inganno della mente che troppo spesso elude il malessere, non lo ascolta, lo soffre e lo teme.
Sono pagine intrise di verità, una richiesta d’ascolto immediata e anche la possibilità di rendere normale il racconto minuzioso di un lato fondamentale per ogni essere umano: mente e anima.
Alcide Pierantozzi convive da anni con la sua malattia, allucinazioni, paura, ansia, panico, buio, bipolarismo, autismo, psicofarmaci, cura. Si mostra dal punto più basso e oscuro del suo burrone, lo analizza, ce lo descrive facendoci vivere ogni sensazione e inevitabilmente il lettore immerso, si lascia coinvolgere.
Abbracciare, comprendere e mettersi in ascolto di quelle distonie è un atto di dovere, è un atto d’amore perché in quel burrone esiste una parte di noi, inascoltata e inespressa e perché in quella disarmonia interiore ci si può perdere ma se intorno ci fosse una rete solidale, ritrovarsi potrebbe essere possibile.
C’è un po’ di sbilico in ognuno di noi ed è necessario prenderlo per mano e rassicurarlo.
Caro Alcide, ho solo voglia di starmene seduta ad ascoltarti e dirti che non so come si nutre una speranza ma qualcuno mi ha suggerito che”la speranza è un grande progetto umano”, dunque ti tendo la mano.
Grazie per questa poesia, per aver avuto il coraggio di narrare la fragilità, la delicatezza e la ferocia di un male di cui poco ancora si parla.
Ti voglio bene.

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Claudia Mancini
Claudia Mancini
Collaboratrice cultura, già titolare di Levante caffè letterario

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