Censimento dei grandi alberi della provincia di Roma, interessata Villa Borghese a Nettuno

Presentati a Palazzo Valentini i dati del “Censimento 2012 dei patriarchi arborei della Provincia di Roma”. Rilevati 604 esemplari singoli, gruppi o filari. Tra le ville storiche spicca Villa Borghese a Nettuno

di Claudio Pelagallo

La provincia di Roma presenta un territorio estremamente diversificato per quanto riguarda gli aspetti ambientali (geologia, idrogeologia, morfologia, flora, vegetazione e fauna, condizioni climatiche) e culturali. Le diverse tipologie bioclimatiche e litologiche presenti (da quelle più mediterranee a quelle più tipicamente montane) hanno dato luogo ad una complessità di sistemi naturali unici in tutto il bacino del Mediterraneo. Notevole anche la presenza, per quanto riguarda il patrimonio arboreo, dei grandi alberi sul territorio provinciale che rappresentano un elevato valore non soltanto dal punto di vista strettamente botanico ma anche storico-culturale e paesaggistico.Fondamentale, pertanto, la necessità di avviare azioni di conoscenza, tutela e valorizzazione degli esemplari arborei notevoli presenti sul territorio provinciale rispondendo anche a quelle che sono i compiti istituzionali della Provincia di Roma ovvero la protezione della flora e della fauna.

Agli inizi degli anni novanta l’allora Settore Ambiente dell’Amministrazione provinciale promosse un censimento degli alberi di pregio nelle aree verdi pubbliche o aperte al pubblico di tutti i Comuni della Provincia. L’indagine consentì di mettere in luce un patrimonio arboreo del tutto sconosciuto data la mancanza di studi specifici al riguardo. Vennero censiti 186 esemplari arborei appartenenti a 30 specie, 22 generi, 16 famiglie. Con il maggior numero di segnalazioni risultò il leccio (Quercus ilex) che ne totalizzò 54, seguito dal pino domestico (Pinus pinea) con 21, dal cedro del Libano (Cedrus libani) con 16, dalla roverella (Quercus pubescens) con 15, dal cipresso (Cupressus sempervirens) con 11. Le segnalazioni più numerose riguardarono alcuni Comuni dell’area dei Castelli Romani (Albano, Frascati, Ariccia, Grottaferrata) e a Tivoli, aree storicamente sedi di ville patrizie e di parchi. Successivamente, con legge regionale 39/2002 viene istituito l’ Elenco Regionale degli Alberi Monumentali presso l’assessorato regionale competente in materia di ambiente (artt. 31, 32, 33 e 34). La stessa legge, indicando quali sono i criteri di monumentalità di un esemplare arboreo, non si limitò a considerare esclusivamente la sua età o le sue dimensioni ma prese in considerazione anche la sua rarità botanica, il suo valore storico, culturale e paesaggistico.

Il progetto attuale, proposto dall’ Associazione Patriarchi della Natura in Italia, ed avviato con un contributo economico da parte della Presidenza e dell’Assessorato alle Politiche dell’Agricoltura, si propone di realizzare un nuovo censimento dei grandi alberi presenti sul territorio provinciale, ivi comprese le piante da frutto che per età, dimensioni e rarità sono meritevoli di attenzione e conservazione.

I PRIMI RISULTATI

Nel corso del 2011 i tecnici dell’Associazione hanno effettuato sopralluoghi in oltre i due terzi dei 120 Comuni della provincia di Roma (non considerando Roma Capitale) che hanno consentito di catalogare un numero elevato di esemplari arborei, dell’ordine di alcune centinaia. I criteri generali e le metodologie di raccolta dei dati che sono stati seguiti si riconducono agli indirizzi tracciati dalla Regione Lazio nella propria normativa, tuttavia, come concordato con il Servizio Ambiente della Provincia di Roma, il monitoraggio ha preso in esame non solo gli esemplari arborei di dimensioni considerevoli in termini assoluti, ma anche alberi appartenenti a specie di più modesto sviluppo ma che in termini relativi costituiscono elementi di rarità ed eccezionalità per la specie in considerazione dell’età e/o della dimensione raggiunta.Il lavoro di censimento ha dato priorità, in ordine di tempo, all’indagine nelle aree protette di competenza provinciale (Riserve Naturali di Monte Soratte, Macchia di Gattaceca e Macchia del Barco, Nomentum, Monte Catillo, Villa Borghese di Nettuno), pertanto i Comuni interessati territorialmente da queste aree protette sono stati i primi ad essere visitati.

Per quanto attiene alle specie più frequenti una ideale classifica vede una netta dominanza delle specie appartenenti al genere Quercus con prevalenza, sia come numero di esemplari che di schede (ovvero rilevazioni comprendenti anche i gruppi e/o i filari) di querce del gruppo Quercus pubescens (roverella, ibridi e specie similari), con oltre 200 schede. Sempre al medesimo genere numerose le rilevazioni (n° 35 schede) riferite al leccio (Q. ilex)., al cerro (Q. cerris) (n° 20 schede), alla sughera (Q. suber) (n° 18 schede) e alla farnia (Q. robur). Di notevole interesse botanico sono da segnalare due esemplari ibridi: una pseudosughera (Q. crenata) e un leccio-sughera (Q. morisii). La frequenza della roverella è del resto giustificabile essendo il territorio della Provincia di Roma particolarmente adatto, come condizioni pedoclimatiche, alla proliferazione di questa specie. Seguono, in ordine di frequenza il faggio (Fagus sylvatica) con 40 rilevazioni (schede) e il Pino domestico (Pinus pinea) con 32, quest’ultima specie è anche quella più frequente fra le gimnosperme. Fra le conifere, oltre agli autoctoni cipresso comune (Cupressus sempervirens) e Pino d’Aleppo (Pinus halepensis) sono da annoverare anche diversi esemplari monumentali di specie esotiche, da secoli introdotti nei parchi a scopo ornamentale, come il Cedro del Libano (Cedrus libani), il Cedro dell’Atlante (C. atlantica), le Sequoie (Sequoia sempervirens) e altre specie. Anche fra le gimnosperme da sottolineare la presenza di esemplari secolari di Tasso (Taxus baccata), specie relitta dei boschi termofili. Fra le aceracee la specie più frequente è l’Acero campestre (A. campestre), sono stati inoltre rilevati alcuni esemplari monumentali anche di Acero di monte (A. pseudoplatanus) e Acero napoletano (A. neapolitanum). Fra le specie di interesse agrario assai rilevante è la presenza dell’olivo (Olea europaea), specie coltivata da secoli in vaste aree del Lazio, come la Sabina. Di questa specie sono stati monitorati alcuni esemplari eccezionali, come quello conosciuto localmente con il nome di “O Livò” – “U Livò”, che vegeta in comune di Palombara Sabina, e la cui età è stimata in circa un millennio. Fra le altre specie da frutto vanno inoltre segnalati alcuni vecchi esemplari di ciliegio (Prunus avium) e in particolare un gruppo composto da tre piante censito in comune di Velletri di dimensioni rilevanti, tali da essere considerati fra i maggiori della Regione e d’Italia. Sempre fra i fruttiferi, nel comune di Sacrofano è stato individuato un fico (Ficus carica) di enorme sviluppo, ben visibile dalla strada statale. Fra le specie da frutto censite figurano anche alcuni esemplari di pero (Pyrus communis), mandorlo (Prunus dulcis), nocciolo (Corylus avellana).