Al Guerra e pace filmfest – venerdì 19 luglio è stato presentato, al Forte Sangallo, davanti ad pubblico numeroso, il libro: “Lea Garofalo il coraggio di dire no” di Paolo De Chiara che rappresenta esattamente, letteralmente, il senso di quanto questo festival vuole trasmettere ed evidenziare. “Lea Garofalo ha vissuto una vita in costante guerra sognando la pace ( concetto che per lei era probabilmente quasi solo astratto). – ha spiegato Marilena Serafini nel presentare il libro- La guerra era il suo pane quotidiano, anzi la sua quotidianità. La guerra Lea la mangiava come il pane, la respirava come l’aria e, ahilei, era parte preponderante anche dei sentimenti di amore della vita. Padre ndranghetista, fratello degno suo erede, parenti, vicini di casa… Tutti i personaggi che partecipavano alla sua vita erano personaggi violenti, personaggi che improntavano i rapporti umani sulla prepotenza, sulla violenza, sul non amore. Ma non c’è bisogno di andare a cercare nel mondo della ‘ndrangheta, per trovare vite vissute in maniera distorta. La cronaca (nera) purtroppo è piena di storie di donne che iniziano un amore avendo in testa e nel cuore chissà quali favole e che si trovano a sbattere violentemente la faccia contro un muro di finzione e crudeltá. Una donna che si ritrova suo malgrado, in maniera quasi involontaria, quasi incosciente, ad avere un amore che invece è una tortura, ha bisogno prima di tutto di fare chiarezza dentro di sè e intorno a sè, per dare un perchè al malessere che prova. Perchè, anche se può sembrare strano, non è facile capire che un uomo che ti picchia, ti insulta, ti complica in tutti i modi la vita, non ti ama affatto. E non è neanche semplice capire che il padre di tuo figlio, che sicuramente ripete a tutti ” io per mio figlio farei di tutto”, “lo amo sopra ogni cosa, più della mia stessa vita” in realtà non ama affatto il sangue del suo sangue. Esistono degli uomini in grado di dire bugie così enormi, e donne talmente cieche d’amore e di speranza, da non volerle vedere; finchè non scatta la maturazione interiore, finchè non si intravede una via d’uscita, continuano a trascinare una vita che non dà nessuna gioia. È difficile capire anche questo: che le cose importanti della tua vita non ti danno nessuna gioia. È difficile e doloroso capire questo, è difficilissimo se non si ha qualcuno vicino che ti aiuta a chiarire tutto. Ma quando tutto questo si capisce, quando improvvisamente è tutto chiaro, allora nessuno può fermarti. Nessuno può impedire a una donna che ha capito, di andare avanti fino in fondo, di pretendere una vita vera, una con gioie che danno gioia e con persone malvage da allontanare. Anche se ti dicono di amarti. Anche se sono “il padre di tuo figlio”. Storie così succedono spesso, succedono a tante donne, forse qui in mezzo a noi, forse a sorelle, amiche, vicine di casa. Nella speranza che le testimonianze di chi ci è passata e ne è uscita viva, e di chi non ne è uscita viva, ma ha fatto in modo di farsi conoscere lo stesso dal mondo, aiuti le tantissime donne che si ritrovano a vivere una vita in guerra, persone come Paolo De Chiara hanno il difficile e nobile compito di diffondere una delle storie più tristi e più forti che si possano ascoltare“.
Da pochi mesi è attivo lo sportello di ascolto e aiuto per le vittime dellaviolenza di genere dal nome ” Centro Luciana”, frutto della collaborazione di varie associazioni di volontariato della zona e supportata dall’amministrazione del Comune di Nettuno. Lo sportello, funzionale ad un progetto di osservazione sulla presenza di violenze domestiche nella nostra zona, sarà operativo fino al mese di maggio 2014, data in cui lo studio dovrà essere portato a termine. Ovviamente la speranza di tutti noi è che si trovi, a livello di amministrazione locale, il modo di continuare a finanziare quest’opera di grande utilità per i cittadini.