La qualità di uova pasquali e agnello secondo la Coldiretti. Controllare sempre la provenienza
(ASCA) – Roma, 18 apr 2014 – Se l’uovo di cioccolato migliore e’ quello ”puro” che non contiene oli tropicali o altri grassi vegetali e se fondente va scelto in relazione al contenuto di cacao che e’ preferibile sia sopra il 50 per cento, per quello di gallina e’ bene guardare sempre la data di scadenza e il codice stampato sul guscio che con il primo numero consente di risalire al tipo di allevamento (0 per biologico, 1 all’aperto, 2 a terra, 3 nelle gabbie) mentre la seconda sigla indica lo Stato in cui e’ stato deposto (es. IT) ed infine l’agnello italiano e’ meglio acquistarlo dagli allevatori o nei mercati di Campagna Amica dove l’origine e’ certa perche’ non e’ purtroppo obbligatorio indicarla in etichetta. Sono questi alcuni dei consigli contenuti nel vademecum antifrode elaborato dalla Coldiretti per la Pasqua nell’esprimere apprezzamento per l’operazione ”Pulizie di Pasqua” condotta dai carabinieri dei Nas che sul territorio nazionale hanno eseguito oltre 1.500 ispezioni rilevando varie violazioni e sottoponendo a sequestro circa 360 tonnellate di alimenti di cui oltre 5 tonnellate tra uova, colombe e dolci pasquali.
La carne di agnello e’ il piatto piu’ presente sulle tavole della Pasqua ma non e’ ancora prevista l’obbligatorieta’ dell’indicazione di origine e c’e’ il rischio che vengano spacciati come Made in Italy prodotti importati dall’estero. Quando e’ possibile – consiglia la Coldiretti – meglio rivolgersi direttamente agli allevatori o al macellaio di fiducia o acquistare i principali prodotti tipici nazionali, garantiti da disciplinari di produzione IGP quali l’Agnello di Sardegna IGP, l’Abbacchio Romano IGP, l’Agnello dell’ Appennino di Centro Italia IGP, ed altri prodotti tipici quali l’Agnello Lucano, l’Agnello Nero Toscano e l’Agnello di Pomarance). Le uova di gallina – continua la Coldiretti – insieme alla data di scadenza hanno anche un sistema di etichettatura obbligatorio che consente di distinguere la provenienza e il metodo di allevamento con un codice che con il primo numero consente di risalire al tipo di allevamento (0 per biologico, 1 all’aperto, 2 a terra, 3 nelle gabbie), la seconda sigla indica lo Stato in cui e’ stato deposto (es. IT), seguono le indicazioni relative al codice ISTAT del Comune, alla sigla della Provincia e, infine il codice distintivo dell’allevatore. A queste informazioni si aggiungono – conclude la Coldiretti – quelle relative alle differenti categorie (A e B a seconda che siano per il consumo umano o per quello industriale) per indicare il livello qualitativo e di freschezza e le diverse classificazioni in base al peso (XL, L, M, S). Per i tanti che approfittano dei ponti di primavera per recarsi in agriturismo il vademecum della Coldiretti consiglia di scegliere gli agriturismi in cui l’attivita’ agricola e’ visibile e dove l’accoglienza sia di tipo cordiale e curata direttamente dall’imprenditore agricolo o dalla sua famiglia ma anche di controllare il legame dell’azienda con l’attivita’ agricola, il tipo di azienda e i prodotti coltivati direttamente e accertare che nel menu offerto siano indicati alimenti stagionali e tipici della zona. Meglio preferire – conclude la Coldiretti – le aziende che aderiscono a una associazione come Terranostra o Campagna Amica che sono segnalate dalle guide (per gli amanti del computer c’e’ anche la possibilita’ di navigare in internet sul sito www.terranostra.it.