La vittoria del si ai referendum su acqua, nucleare e legittimo impedimento sono il segno inequivocabile della volontà degli italiani di uscire dall’oscuro tunnel in cui da un decennio l’ha cacciata Berlusconi e i governi di centrodestra. Si tratta non soltanto di una vittoria politica di questa campagna referendaria, ma anche della vittoria di una vita: su questioni che per molti anni ci hanno visto minoranza inascoltata e a volte sbeffeggiata dai poteri forti e dai cortigiani di turno. Una cosa è certa ha vinto l’Italia dei beni comuni, e ha perso l’Italia delle lobby, quella del privato è bello e dei profitti sulla pelle dei cittadini. Una vittoria ottenuta grazie all’ostinato impegno dei movimenti e dei comitati, dei partiti della sinistra e poi delle associazioni ambientaliste contrarie da sempre alle scelte nucleariste del governo. E la vittoria contro il legittimo impedimento è il tentativo di recuperare l’idea di una giustizia uguale per tutti. Una straordinaria mobilitazione di popolo, su temi che toccano tutti, ha fatto breccia anche nell’elettorato del centrodestra. Il popolo della rete è il vero artefice del cambiamento è stato, infatti, il passaparola, la pressione esercitata dai social network e tutte le iniziative lanciate dalla stampa online che è arrivata al cuore della gente ed ha saputo spingere tante persona ad andare a votare. Ma per i comuni di Anzio, Nettuno, Aprilia, Latina l’esito del voto referendario ha una valenza doppia. Da Aprilia sono partite le prime contestazioni di massa alle vessazioni del gestore del servizio idrico Acqualatina, proteste poi estesesi negli altri comuni, contro bollette salate e acqua all’arsenico. A pochi chilometri da queste città il governo aveva deciso di far sorgere una nuova centrale atomica a Borgo Sabotino , dopo la costruzione del deposito di scorie radioattive e senza aver ancora risolto il problema dello smantellamento della vecchia e pericolosa centrale. Ora spetta agli Enti Locali, Regione, Provincia, Comuni, sindaci in testa, a darsi da fare per rispettare la volontà popolare, incentivando le energie rinnovabili e attivandosi per l’uscita da Acqualatina, come ha fatto già qualche sindaco coraggioso (Aprilia e Bassiano) , abbandonando quel carrozzone clientelare. I servizi pubblici di rilevanza economica, acquedotti, fognature, impianti di depurazione, rifiuti potranno essere gestiti dagli enti locali. E stavolta dovranno stare attenti a ben amministrare i servizi pubblici a loro affidati, quindi efficienza e controllo dal basso. Il voto è stato chiaro i beni comuni sono di tutti senza se e senza ma.
di Claudio Pelagallo