di Paolo Masci
L’età pensionabile e l’accesso al pensionamento di vecchiaia e di anzianità sono soggetti da alcuni mesi ormai ad una continua riforma; molte variabili continuano ad entrare in questo gioco al rialzo e nulla sembra far prevedere un arresto definitivo del meccanismo instaurato. Abbiamo cercato di chiarire il sistema dell’aumento dell’età pensionabile legato alla speranza di vita, facendo notare come dal 2013, sulla base dei dati forniti dall’Istat, ci sarà un primo incremento dell’età stabilita per l’accesso al pensionamento di vecchiaia: 65 anni e 3 mesi. Dovranno poi passare 3 anni e nel 2016 l’aumento previsto sarà di 4 mesi e di questo passo si procederà ogni 3 anni fino al 2030. Da questa data si ritorneràall’aumento di 3 mesi, sempre a cadenza triennale, fino ad arrivare al 2050. La variabilità di questi dati è data dal monitoraggio che l’Istat dovrà fare annualmente valutando la variazione triennale della speranza di vita all’età di 65 anni in riferimento alla media della popolazione presente in Italia. In parole povere bisognerà capire, come spiega chiaramente l’Istat, qual è il numero medio di anni che restano da vivere ai sopravvissuti ad una data indicata in condizioni esistenziali normali, cioè in assenza di condizioni di disabilità. È invece ancora più recente la decisione del Governo di aumentare l’età pensionabile e di permettere l’accesso al pensionamento di vecchiaia a 67 anni per tutti dal 2026. Ci troviamo davanti ad un’ennesima riforma, ancora un anticipo temporale dell’incremento dell’età pensionabile, previsto inizialmente nel 2033. E a proposito di anticipi, non va dimenticato che il Governo sta prendendo in esame un ulteriore anticipo dell’aumento dell’età pensionabile per le donne del settore privato, già anticipato al 2014: è stata, infatti, avanzata l’ipotesi di far scattare l’aumento addirittura al 2012. Pericolo scampato invece per i lavoratori che attendono di andare in pensione di anzianità: grazie alla ferma opposizione della Lega non sono state toccate, anzi eliminate!, le pensioni di anzianità, quelle raggiungibili con la somma dell’età anagrafica e l’anzianità contributiva.Vedere andare in fumo i sacrifici di un’intera vita di lavoro avrebbe oltrepassato la soglia dell’impopolarità che il Governo sembra costretto a cavalcare con il beneplacito anche del Capo dello Stato.