Anzio- Rifiuti: i dati, gli aumenti e gli evasori. Parlano Zucchini e D’Aprano

Il dirigente dell’ufficio Tributi e l’assessore al Bilancio fanno luce su Tari e piano finanziario

Giorgio Zucchini

La pressione tributaria alle stelle, il fondo rischi, il costo del servizio che aumenta ed ha un obbligo di copertura del 100%. A spiegare i motivi che hanno portato all’aumento delle bollette sui rifiuti e dei costi del servizio di smaltimento sono l’assessore alle Finanze di Anzio Giorgio Zucchini e il dirigente dell’Ufficio Tributi Luigi D’Aprano. “Più costa il servizio più la tassa aumenta e il servizio è arrivato a 16mila euro – inizia Zucchini – Vorrei che gli utenti capissero cosa è cambiato oggi, con l’arrivo della Tari. Se prima infatti non c’era l’obbligo di copertura del servizio al 100% da parte dei cittadini, adesso purtroppo va ricaricato tutto sulle spalle dei contribuenti. Il Comune non può più finanziare il 50% del servizio attingendo dal bilancio comunale, come ha fatto in passato, lasciando da pagare l’altro 50% ai cittadini. Bisogna inoltre calcolare mediamente un 15% di elusione e quindi di morosità, per questo si mette un fondo rischi del 15%. Si accantona una somma al momento di redigere il piano finanziario ma il problema è che questo 15% va diviso per tutti i cittadini, anche per coloro che pagano regolarmente. Ed anche se un 15% non paga, bisogna sempre coprire il servizio al 100%”.

E’ il dirigente D’Aprano ad entrare nel dettaglio.

A quanto ammontano gli “inesigibili” per i rifiuti e cosa è successo per quelli dal 2005 a oggi?

Ammontano a 17 milioni. L’inesigibilità nasce nel 2005, con la Tia, quando c’era la copertura integrale del servizio e non era previsto il fondo rischio. Tutti quei ruoli che in riscossione da Equitalia sono stati ricaricati sui contribuenti. Nel 2013 la Tares ha avuto un incremento del fondo rischi ma questo ci ha permesso di avviare l’azione di recupero.

L’aumento della tariffa rifiuti ha portato delle conseguenze. Qual è la percentuale di coloro che pagano regolarmente? 

“Siamo arrivati ad una contribuzione volontaria del 60%. Per il 40% si procede con gli accertamenti e le azioni di recupero. Bisogna anche considerare che un 15% di queste persone sono utenti che non esistono più, o che non hanno la possibilità di pagare. Il costo del servizio è arrivato a 16 milioni di euro. Con la nuova gara per l’appalto rifiuti c’è un ribasso, dato che buona parte del materiale, masselli e altro, è stata acquistata. Si andrà sicuramente a risparmiare ed abbattere i costi in discarica”.

Perché nella tariffa di quest’anno si pagano i 30 centesimi a metro quadro che lo scorso anno andavano allo Stato e per questo non sono previsti?

“Era una maggiorazione che è scomparsa in quanto abrogata dalla legge. Quei 30 centesimi sono stati assorbiti nella bolletta di quest’anno con un piccolo aumento. Bisogna capire che il piano finanziario sui rifiuti non è frutto della fantasia dell’ufficio ma di quello che la legge ci impone e del fatto che tanto costa il servizio, tanto bisogna pagare”.

Si afferma che la tariffa delle utenze domestiche copre l’80% del servizio e quella delle non domestiche il 20. Non dovrebbe essere, facendo i conti, 75% e 25%?

“Il conto è matematico, ed è quello in delibera. Ci può essere qualche arrotondamento ma confermo  80% e 20%”

Sempre per i rifiuti nel piano finanziario è inserito, anche quest’anno, il cassetto tributario. Quanti sono iscritti e che risultati avete ottenuto?

“Sono 8000 i cittadini iscritti e ci tengo a precisare, a differenza di quanto scritto da qualcuno, che il cassetto tributario non costa 70.000 euro ma appena 3.000 euro l’anno. E’ un servizio di grande utilità per il cittadino, che abilitandosi può stampare direttamente la bolletta da casa visualizzando i pagamenti. Per noi si tratta di un notevole risparmio, già solo con i soldi che non spendiamo per le spese postali ce lo siamo ripagato.

Perché il cassetto è lo stesso ma gli uffici che aggiornano i dati sono diversi? Possibile che non si riesce ad avere una situazione chiara di ciascun cittadino?

“Il cassetto tributario è una cosa inventata dal comune di Anzio, e come tutte le cose nuove, testate sui contribuenti, ci possono essere degli intoppi. Del cassetto si occupano esclusivamente l’ufficio tributi e quello mense che non  gestito da qui e che comunque si occupa solo di una piccola parte. Smisto io personalmente tutti i dati in arrivo e li giro ai colleghi che li lavorano. Gestendo 40mila bollette ci può stare che qualche pagamento venga smarrito. L’errore umano va messo in conto, sono io il primo a caricare manualmente i versamenti, può capitare di caricarli male, ed ecco spiegata la mancata visualizzazione da parte del contribuente. Mi stanno mandando in questi giorni tutti i i pagamenti del 2013 che non risultano. Poi bisogna anche mettere in conto che i versamenti con l’F24 impiegano 20 giorni prima che il pagamento arrivi a noi. In generale ho notato che c’è sfiducia da parte dei cittadini nei mezzi tecnologici, mentre il cassetto facilita di molto le cose, al punto che metteremo in linea anche i versamenti Imu e Tasi”

Per Imu e Tasi qual è la situazione?

“Su Imu e Tasi le previsioni di entrata sono state rispettate. Non ci sono residui attivi, né situazioni di morosità e inesigibilità. A fine 2014 abbiamo incassato un milione di euro. Molti si lamentano dei costi troppo alti per la bolletta dei rifiuti, ma una famiglia paga in media meno di un euro al giorno per avere un servizio di pulizia e di igiene urbana. Ad essere veramente penalizzati sono i cittadini che pagano le utenze non domestiche. Sono loro purtroppo i finanziatori del servizio e coloro che dovrebbero lamentarsi, e che pagano attorno ai 5000 euro l’anno”

Altre morosità: affitti degli immobili e delle sedi dei partiti, cosa state facendo?

“Ci sono molte situazioni di morosità legate a sedi di associazioni, partiti, comitati. I locali di proprietà del comune sono circa 100. Abbiamo incaricato gli avvocati per il recupero dei soldi, stiamo verificando i contratti e tutte quelle situazioni non in regola verranno presto sistemate, annullando l’assegnazione dei locali laddove non vengano sanate le morosità”.

Su un settimanale locale è stato sollevato il caso del rapporto di D’Aprano con la Maggioli e messo in relazione al fatto che poi il Comune da Maggioli acquista i programmi. Non è inopportuno?  

“La risposta è semplice, non sono io ad acquistare i programmi, bensì la direzione. Ho scritto per tanti e lavoro con tanti, e proprio per evitare chiacchiere del genere ho evitato di fare formazione per la Maggioli. Sono stato criticato perché vado in giro per l’Italia, esclusivamente nei miei giorni di ferie, a tenere corsi. Se mettere la mia professionalità al servizio dell’ente comunale è un difetto, allora alzo le mani”