Il gruppo trasversale: “Si faccia chiarezza o è meglio andare al voto”

Il consiglio comunale di Nettuno

Il gruppo trasversale di Nettuno allo scoperto. Dopo la presa di posizione di qualche settimana fa circa l’immobilismo dell’amministrazione e la richiesta di azzeramento degli incarichi, i consiglieri Giuseppe Barraco, Lorena Migliaccio, Matteo Selva e Domenico Della Millia, tornano alla carica per spronare la maggioranza ad un impegno maggiore nel portare a termine gli obiettivi. “È ora di finirla di ritenerci responsabili dello stallo dell’amministrazione.  Noi siamo stati sempre presenti in maggioranza, sempre presenti  in consiglio comunale e, a differenza di qualcun altro che sta in maggioranza a convenienza, non abbiamo mai fatto mancare il nostro voto. Qualcuno si prenda definitivamente la responsabilità di dire chiaramente quali sono i passaggi amministrativi che noi stiamo bloccando. Il nostro gruppo, come già detto, si è formato perché negli ultimi tempi sentivamo che i processi di decisione dell’azione amministrativa non passavano più in maggioranza creando di fatto consiglieri di serie A, che decidevano, e consiglieri di serie B, che subivano le decisioni. E l’abbiamo detto con la massima trasparenza proprio al Sindaco che, lo voglio ricordare, anche noi abbiamo contribuito ad eleggere. Ci accusano di non essere chiari? Forse perché la richiesta di trasparenza non è importante? Noi per primi chiediamo un cambio di passo; di uscire dal pantano che ci allontana sempre di più dalla città e dai cittadini; di affrontare i problemi e trovare le soluzioni. Ma non si può bollare ogni volta come ricatto la semplice richiesta di condivisione. Noi non ricattiamo nessuno. Non abbiamo chiesto nessun incarico, poltrona o quant’altro. E non stiamo alzando il prezzo per chissà quale scopo. Ribadiamo semplicemente quanto detto: vogliamo chiarezza. Vogliamo che le decisioni dell’amministrazioni passino tutte in maggioranza. Vogliamo che le questioni importanti vengano analizzate dall’inizio alla fine di modo che tutti i consiglieri sappiano cosa votano. E non siamo dissidenti, trasversali o altro. Siamo semplicemente critici. Se anche la critica diventa un problema, c’è qualcosa che davvero non va in questa maggioranza. Quanti consiglieri conoscono cosa si sta decidendo sulla stazione appaltante? E sul parcheggione? E sulle questioni urbanistiche? E sulla raccolta differenziata? E sul Pua? E sulla possibilità di affidare all’esterno il servizio degli ausiliari del traffico? Credo molto pochi”. Quindi i quattro consiglieri hanno chiarito la loro posizione su alcune vicende che stanno animando la vita politica locale. “Avevamo riproposto l’azzeramento – spiegano – perché ci sembrava una strada giusta da percorrere per ripartire e riacquistare la fiducia dei cittadini. Un azzeramento che, ricordo, era stato chiesto in più occasioni anche da altri consiglieri oggi molto vicini al Sindaco, allo scopo di ricompattare la maggioranza. Ma non abbiamo puntato la pistola alla tempia di nessuno. Avevamo proposto un metodo. Dopo tre mesi non si è ancora deciso nulla e ne prendiamo atto. Se questa è la volontà, per noi si può continuare anche così. Ovviamente, e su questo non transigiamo, ci deve essere condivisione su quelli che riteniamo essere i passi fondamentali dell’amministrazione. Detto ciò, vogliamo rispondere anche ad un’altra accusa. Perché il nostro assessore non si dimette? È molto semplice. Nel primo incontro con il Sindaco, abbiamo sempre detto che se c’era la volontà di ripartire da zero, noi avremmo fatto il primo passo dimettendoci da tutte le cariche. E proprio perché non lo volevamo porre come un ricatto ma come un confronto, non ci siamo dimessi. Potevamo farlo, è vero, ma avremmo corso il rischio di aprire una crisi al buio senza via d’uscita. Ovviamente saremo i primi a dimetterci da tutte le cariche, e anche a non riprenderne nessuna, se il Sindaco lo riterrà utile per ricostruire un esecutivo forte che guidi il risanamento della città. Altra accusa ridicola è che noi staremmo facendo tutto questo per la questione del baseball. In realtà rimaniamo basiti dal fatto che un problema semplice come la legittimità di due squadre di Nettuno di utilizzare lo stesso stadio stia diventando un caso. È invece semplicemente assurdo che il baseball, che invece dovrebbe essere una risorsa del Paese, diventi la leva per tenere a freno qualche consigliere tacciandolo di essere un ricattatore ogni volta che il problema viene sollevato. Anche in questo caso, sembra si usino due pesi e due misure. Concludendo, se i ricatti o presunti tali, le litigiosità e i personalismi dovessero prevalere su ciò che noi ritenevamo essere un confronto costruttivo, allora è meglio ridare in tutta serenità la parola ai cittadini”.