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Video intervista realizzata da Roberta Sciamanna e Cosimo Bove il 12/02/2015
Nome, età e provenienza? Cosa pensi dell’Italia?
“Il mio nome è Nataniens Divi. Vengo dalla Nigeria e ho 23 anni. L’Italia è una bella nazione ma lavoro per noi non ce n’è. La nostra giornata trascorre all’interno del centro di accoglienza qui in via Sele. Noi vorremmo lavorare ma abbiamo il problema del permesso di soggiorno. Il problema è delle autorità italiane che non ci danno il permesso di soggiorno e non ci permettono di guadagnarci da vivere. Stiamo chiusi tutto il giorno in questo centro. Lo spazio a nostra disposizione è poco, e spesso siamo costretti a lavorare per strada, ad arrangiarci, per cercare di andare avanti in qualche modo, come dei venditori ambulanti. E’ normale che poi la polizia arrivi e ci tolga tutto”.
Come trascorre a vostra giornata nel centro di accoglienza?
“Se qualcuno fosse veramente interessato a noi, a vedere come viviamo, sarebbe giusto che la Polizia venisse a vedere come stanno le cose, in che condizioni stiamo. Capirebbe che non abbiamo nessun potere, che non possiamo fare niente per cambiare le cose, vedrebbe come siamo messi. Abbiamo solo questo posto. Il governo italiano deve capire che deve venirci incontro. Ogni giorno mangiamo sempre e solo pasta, pasta, pasta in bianco e nessun altro nutrimento, ma il cibo contiene più alimenti, inclusa la carne. Se prendi quello che ci servono ai pasti e lo dai a un cane, neanche lui lo mangia e lo butta via. Per non parlare del vestiario. Quando fa freddo bisognerebbe avere la possibilità di coprirsi, con giacche, giubbotti. Bisognerebbe avere qualche spicciolo, per comprare indumenti e coprirsi, cercando di sopravvivere. Noi vorremmo avere una specie di carta prepagata che ci permetta di acquistare dei vestiti o comprare qualcosa al supermercato, qualcosa di diverso. Se il governo venisse a vedere, scoprirebbe qual è la verità. Noi chiediamo un permesso di soggiorno che ci permetta di lavorare, vivere e mangiare meglio”.
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E’ vero che ricevete 40 euro al giorno a testa?
“Non è affatto vero. Gli unici soldi che abbiamo ricevuto sono arrivati dopo quindici giorni dal nostro arrivo in Italia e ci sono serviti per mangiare. Mi hanno dato 50 centesimi, ci hanno trattato come se fossimo animali. Abbiamo dovuto comprare shampoo e detergenti per lavare i pantaloni e i vestiti”
Dove immagini il tuo futuro? In Italia o in qualche altro posto del mondo?
“Il mio futuro è dove vorrà Dio. Se non ci danno i documenti non abbiamo un futuro. Non cambia se vivrò a Parigi, a Roma, o dove sarà. Se posso lavorare posso anche vivere. Non voglio sembrare negativo, ma quello che ho detto è la verità. Venite a vedere con i vostri occhi”.