E’ scomparso uno degli ultimi trestimoni delle deporazioni dei militari internati nei lagher in Germania
di Claudio Pelagallo
E’ scomparso, all’inizio della scorsa settimana, Achille Fumi classe 1923, era nato a Nettuno il 29 settembre di 91 anni fa. Una vita esemplare prima di militare e poi di lavoratore e padre. La sua giovinezza segnata dalla guerra, quella assurda guerra in cui il regime fascista trascinò intere generazioni di giovani. Dopo l’armistizio, l’8 settembre 1943, Achille presta servizio come Aviere Scelto all’aeroporto di Rivoli di Osoppo (Udine), il 12 settembre 1943 insieme ad altri militari viene fatto prigioniero dai tedeschi e portato a Pordenone, tre giorni dopo il 15 settembre 1943 insieme ad altri militari viene caricato su una tradotta e trasferito in Germania ( su ogni vagone vengono ammassate circa 80 persone). Il viaggio dura circa 5 giorni, “…il viaggio è stato durissimo. – ricordava con gli occhi lucidi Achille Fumi-Per terra c’era la paglia e per i bisogni avevamo fatto un buco nel pavimento. Quando il treno il treno si fermava nelle stazioni ci insultavano e minacciavano…“, successivamnete il soldato italiano viene portato in uno Stammer lager (Stalag XB) a Sandbostel “….entrati dentro il campo di concentramento vidi bambini di 9-10 anni che stavano lì già da qualche tempo, alcuni erano ebrei dei paesi dell’est, avevano la stella gialla, e questi bambini magrissimi chiedevano a noi da mangiare……un ufficiale tedesco attraverso un interprete chiese ad ognuno di noi che se aderivamo alla Repubblica Sociale, saremmo ritornati in Italia. Poche persone però aderirono. Io non ho aderii perchè non volevo più fare la guerra. Questa proposta ci venne fatta per altre 2-3 volte…..poi fummo sistemati in una baracca con altre 50 persone, dormivamo per terra…la mattina verso le 4- 4,30 ci facevano alzare e ci contavano e questo poteva avvennire anche per 2-3 volte di seguito… ci facevano lavorare dove serviva……il primo pensiero era la fame, avevamo tanta fame che ci faceva dimenticare anche i nostri genitori…” Il giovane Militare- viene poi trasferito in un altro campo in Polonia e successivamente in un altro campo in Francia. Liberato dagli americani il 14 agosto 1944, Achille Fumi torna in italia a Nettuno il 19 agosto 1945. Nel 2010 gli viene conferita dalla Presidenza del Consiglio dei ministri la Medaglia d’onore ai cittadini italiani deportati e internati nel lagher nazisti.
Internati Militari Italiani
Internati Militari Italiani (Italienische Militär-Internierte – IMI) fu il nome ufficiale dato dalle autorità tedesche ai soldati italiani catturati, rastrellati e deportati nei territori del Terzo Reich nei giorni immediatamente successivi alla proclamazione dell’Armistizio di Cassibile (8 settembre 1943). Dopo il disarmo, soldati e ufficiali vennero posti davanti alla scelta di continuare a combattere nelle file dell’esercito tedesco o, in caso contrario, essere inviati in campi di detenzione in Germania. Solo il 10 per cento accettò il ricatto e l’arruolamento. Gli altri vennero considerati “prigionieri di guerra”. In seguito cambiarono status divenendo “internati militari” (per non riconoscere loro le garanzie della Convenzione di Ginevra), ed infine, dall’autunno del 1944 alla fine della guerra, “lavoratori civili”, in modo da essere sottoposti a lavori forzati senza godere delle tutele della Croce Rossa loro spettanti.