13esima edizione Vinòforum: si degusta il Bellone di Anzio

Casale del Giglio sarà presente alla XII° edizione di Vinòforum, il villaggio del vino e del gusto che si terrà a Roma dal 12 al 21 Giugno. Proprio in occasione della nota manifestazione enogastronomica, Casale del Giglio farà degustare la neonata etichetta “Antium – Bellone di Anzio 2014”, frutto di un progetto di recupero dell’antico vitigno Bellone, tipico proprio della zona di Anzio. Di origini antichissime, noto già in epoca romana e citato da Plinio come “uva pantastica”, il Bellone è presente nell’area che va dai Castelli Romani, ai Monti Lepini sino alle propaggini verso il mare. Qui, alle spalle di Anzio, ha trovato, sui terreni sciolti, sabbiosi e caldi, un microclima molto favorevole, caratterizzato dalla persistente brezza marina. Già nel Bollettino Ampelografico del 1881 era descritto come vitigno con grappoli dalle proporzioni maggiori ma dai caratteri analoghi ai Belli, gruppo di vitigni diffusi intorno a Roma. Osservazioni confermate anche da Mangarino nel 1888 e Mancini nel 1893. A pubblico, operatori di settore ed appassionati, Casale del Giglio farà degustare, inoltre, le seguenti etichette: Satrico 2014, Sauvignon 2014, Viognier 2014, Petit Manseng 2014, Antinoo 2013, Albiola 2014, Shiraz 2013, Petit Verdot 2013, Tempranijo 2013, Madreselva 2012, Mater Matuta 2011, Aphrodisium 2013, Grappa Shiraz, Grappa Petit Verdot, Opera Brut 2009, Opera Rosè, Opera Nature 2008. Realtà all’avanguardia nel panorama vitivinicolo laziale, Casale del Giglio ha il primato di aver saputo individuare e sviluppare le potenzialità, un tempo inespresse, dell’”Agro Pontino”. Quest’anno ricorrono i “30 Anni di Ricerca”, il progetto di sperimentazione iniziato nel 1985 da Dino Santarelli che nel tempo ha condotto l’Azienda a produrre vini di considerevole qualità, sempre più considerati ed apprezzati, anche a livello internazionale. Negli anni Novanta, Antonio Santarelli, seguendo l’intuito paterno, ha portato avanti con passione le sperimentazioni su quasi 60 varietà di vitigni diversi, con la preziosa collaborazione dell’enologo trentino doc, Paolo Tiefenthaler, che dal 1988 è il loro tecnico. Cinque anni fa, Casale del Giglio ha sviluppato un progetto sulla nota Isola di Ponza che ha permesso di riscoprire l’antico vitigno locale, la Biancolella, varietà originaria della Campania, ora autoctona laziale, importata da Ischia nella metà del ‘700 ai tempi del Regno di Napoli sotto i Borbone. Proprio da qui nasce il vino Faro della Guardia, novità assoluta, che già al suo debutto si è vista assegnare riconoscimenti importanti: i 5 Grappoli dalla Guida Bibenda del 2013 e i Tre Bicchieri della Guida Vini d’Italia 2015 del Gambero Rosso. Hanno collaborato, sin dall’inizio, alle varie fasi di ricerca e studio il Prof. Attilio Scienza, dell’Istituto di Coltivazioni Arboree dell’Università di Milano, il Prof. Angelo Costacurta, dell’Istituto Sperimentale per la Viticoltura di Conegliano (Treviso) ed, in tempi più recenti, integrando il team sperimentale, il Prof. Fulvio Mattivi della Fondazione Edmund Mach – Centro Ricerca ed Innovazione dell’Istituto Agrario Provinciale San Michele all’Adige (Trento), che ad oggi continuano a dare il loro prezioso contributo al recupero di vitigni autoctoni laziali. Ad oggi, la Casale del Giglio possiede 180 ettari di vigneto riconvertiti, e diverse sono le nuove varietà introdotte, tutte caratterizzate dall’interazione qualitativa “Vitigno-Territorio”. L’attuale produzione della Casale del Giglio offre una gamma di 21 prodotti da monovitigni e da assemblaggi (bianchi, rossi, un rosato, una Vendemmia Tardiva, tre grappe e un olio). Casale del Giglio e i propri vini ricevono da sempre numerosi riconoscimenti. Nel 2015, alcuni di quelli assegnati sono: VINITALY 2015 – PREMIO SPECIALE “NAZIONE 2015” e 10 “Gran Menzioni” nelle seguenti categorie: “Vini bianchi prodotti nella vendemmia 2014” per lo Chardonnay e il Sauvignon; “Vini bianchi elaborati in barrique o affinati in legno” per l’Antinoo 2013; “Vini rossi prodotti nelle ultime due vendemmie (2014 – 2013)” per il Tempranijo; “Vini rossi dai tre ai quattro anni dalla vendemmia (2012 – 2011)” per il Cabernet Sauvignon 2012 e 2011 e per il Madreselva 2012 e 2011; “Vini dolci naturali” per l’Aphrodisium 2013 e 2014. BIBENDA 2015 – VINI E RISTORANTI D’ITALIA – MATER MATUTA 2011 – 5 Grappoli. BIBENDA 2014 – VINI E RISTORANTI D’ITALIA – FARO DELLA GUARDIA 2012 E MATER MATUTA 2010 – 5 Grappoli. GAMBERO ROSSO – GUIDA VINI D’ITALIA 2015 – FARO DELLA GUARDIA 2013 – Tre Bicchieri.