La pittrice Italia Gabriele Mastracci si racconta. Le sue opere rimarranno esposte a Villa Sarsina fino al 18 ottobre
“Mi piace scoprire cosa c’è dietro le persone, le cose”. La pittrice Italia Gabriele Mastracci si racconta. Le sue opere rimarranno esposte a Villa Sarsina fino al 18 ottobre.
Quando è nata la sua passione per la pittura?
E’ una passione che ho da sempre, si può dire da quando ero bambina. Ai tempi del liceo realizzavo dei bozzetti per le mie compagne. Dopo essere andata in pensione, ho lasciato Anzio nel ’96 e mi sono trasferita ad Aprilia. Qui, su consiglio di mia figlia, mi sono iscritta ai corsi dell’associazione Arte Mediterranea, dove studio tuttora. Ho iniziato con i ritratti avendo sempre avuto un grande interesse per i volti. Mi piace scoprire cosa c’è dietro le persone, le cose. Dopo aver acquisito una maggiore tecnica, mi sono occupata anche di altro. Alla città di Anzio, dove sono cresciuta, ho dedicato diverse opere.
Ci sono dei dipinti cui lei è particolarmente affezionata ?
Sì, i ritratti delle mie nipoti; alcuni dei quali sono esposti qui. Poi c’è L’Arco Muto che mi ricorda l’infanzia e la giovinezza trascorsa ad Anzio, quando da ragazzina andavo a giocare con le amiche nei pressi delle rovine della villa di Nerone.
Quale messaggio affida alla sua arte?
Più che un messaggio, cerco di comunicare delle sensazioni. Nei miei dipinti sono sempre raffigurati luoghi reali, legati a ricordi e ad emozioni. Ed è proprio ciò che intendo trasmettere.
Ha dei progetti per il futuro?
In futuro penso di continuare a lavorare e sperimentare nuove tecniche. Faccio sempre nuovi progetti. La curiosità e la voglia di scoprire sono elementi costitutivi delle mie opere. Ho sempre prestato molta attenzione alle altre etnie, alle differenze. E’ il caso, ad esempio, del dipinto della donna di colore o di quello della Bambina del granoturco, in cui è ritratta una ragazza dell’antico Siam.
E.P.