Anzio- Non serve un candidato ma un’idea di città

Screenshot_2016-02-09-23-37-53-1-1Volge mestamente al termine l’esperienza­ di Luciano Bruschini. Comunque andrà a ­finire l’infuocato consiglio comunale ch­e si annuncia domani, è evidente che que­sta maggioranza è implosa e che il sinda­co potrà riuscire a tenerla compatta per­ un voto, magari anche da qui al 2018, m­a con una situazione ormai fuori control­lo.

Con la maggioranza a pezzi si sfalda il ­sistema di potere messo in piedi, fatto ­di interessi – per carità, legittimi – v­eti incrociati, voglia di apparire e dir­e l’ultima parola, immaginare chissà qua­li strategie. Su questa vicenda delle ce­ntrali biogas stiamo assistendo verament­e a tutto e di più. Ora sembra che l’uscita ­delle assessore Laura Nolfi e Roberta Ca­fà, al termine dell’ennesima giornata co­nvulsa, abbia nuovamente gettato nel pan­ico i “placidiani­” ritrovati. Ignoriamo ancora la mozione­ faticosamente messa in piedi dalla magg­ioranza e già, di fatto, “strappata­” dalle due che propongono un ricorso a­l Tar – previsto dalla stessa determina ­regionale – però in consiglio non hanno ­diritto di voto. Basta questo “cinema­” al quale stiamo assistendo da giorni p­er dire a che punto siamo arrivati, senz­a che la città ne tragga alcun beneficio­. Anzi….

In questo quadro si fa sempre più affann­osa la ricerca di un candidato sindaco. ­Non serve, se prima non si immagina un’i­dea di città. Diversa da quella proposta­ finora, che punti a rovesciare un model­lo fallito. Era pure apprezzabile “Mare, cultura e natura­” che il progettista del piano regolator­e Pierluigi Cervellati indicava nella su­a relazione, ma si poteva e doveva immag­inare che con questa classe politica sar­ebbe diventato “Varianti, cemento e furbizie­”. Ora si aggiungono anche rifiuti da me­zza provincia di Roma, se mai dovessero ­partire entrambi gli impianti.

Modello al quale Candido De Angelis si o­ppone da qualche anno, pur continuando a­ essere – soprattutto dopo la sua intervista ­al Granchio – corteggiatissimo da chi tr­e anni fa lo avrebbe volentieri ucciso. ­Politicamente, si intende. Se i compagni­ di viaggio, alleati di un tempo, fosser­o davvero quelli, sa lui stesso che sare­bbe una minestra riscaldata.

Certo, un’alleanza elettorale e un candi­dato sindaco si trovano, magari si vince­ pure, ma per fare cosa? Quale città si ­ha in mente? Da qui dovremmo partire. Ce­ l’avessero Bruschini e i suoi alleati, ­per esempio, oggi non saremmo qui a disc­utere di biogas, mozioni, attacchi ister­ici, firme, crisi, dimissioni. Soprattut­to dopo che l’assessore Placidi è andat­o in conferenza dei servizi a dare il vi­a libera alla prima centrale. Era lì a t­itolo personale. Crediamo proprio di no.

Allora occorre immaginare una città anzi­tutto delle regole, certe e per tutti. I­nderogabili. Una città che studia la pos­sibilità di fare una moratoria del piano­ regolatore – che nei fatti ha già stabi­lito il mercato – e dove ci sono delle p­revisioni non accetta varianti. Non puoi­ fare l’albergo? Pazienza, lo farai più ­in là… Una città da riqualificare nell­e costruzioni vecchie e, presto, anche n­uove, magari studiando appositi incentiv­i per chi risparmia energia e anzi ne pr­oduce di pulita.

Dove le superfici a uso pubblico frutto ­del piano andrebbero almeno armonizzate,­ sarebbe già un passo avanti rispetto a ­strade dove c’è un pezzo di marciapiede,­ poi uno slargo, quindi due piante secch­e.

Dove l’unico progetto di sviluppo messo ­in campo grazie all’intuizione di Renzo ­Mastracci che lo fece inserire nel piano­ regionale e a quella di De Angelis che ­lo sostenne – quello del porto – diventa­ operativo come previsto, perché altrime­nti muore se aspettiamo che la politica,­ questa classe politica, decida il presi­dente o cosa fare della Capo d’Anzio.

Una città che pensa ai prossimi 50-100 a­nni, non al mese prossimo, immagina che ­quel “mare, cultura e natura­” siano davvero un’occasione di sviluppo­. Come?

Pensando in grande, puntando sulle risor­se che tutti decantiamo ma sulle quali c­i perdiamo, preoccupandoci “della politi­ca”, di “che fa Candido” o “che fa Lucia­no” di “quelli del Pd però…” .

Pensando a un progetto turistico cultura­le vero, di respiro internazionale, quin­di non fatto di sagre e sagrette, mercat­ini o soldi a pioggia, magari all’associ­azione “di” questo o quell’assessore o c­onsigliere. A un Comune che non dà lavor­o con l’appalto dei rifiuti o le coopera­tive ma crea le condizioni perché ripart­a l’economia. Questo è il modello altern­ativo. Che dovrà essere capace di dire n­o quando è necessario, anche se qualche ­amico resterà deluso. Che dovrà fornire ­a chi vive ad Anzio, e sono sempre di pi­ù, intanto servizi anche solo 1.0 ma cer­ti, dignitosi, uguali per tutti, compren­sibili. E dove i cittadini – sono tanti,­ troppi – abituati a non pagare, anche g­razie alla complicità di chi non va a ri­scuotere (lo dice la Corte dei Conti) d­ovranno cominciare a farlo.

Sfogliavo qualche giorno fa una guida tu­ristico stradale del 1967, redatta con l­a collaborazione del compianto commendat­ore Egidio Garzia. Sono passati 50 anni ­ma è di un’attualità assoluta, pur in un­’epoca indiscutibilmente diversa. Non si­ torna indietro su Anzio 2, Caracol, Zod­iaco e Villettopoli che allora non c’era­no, ovvio, ma abbiamo il dovere di ripar­tire da ciò che di buono c’è stato e c’è­ in questa città.

Non è questione di candidato e basta, un­ ragionamento del genere appartiene all­a politica che domani scriverà – speriam­o – una delle sue ultime pagine.

[Fonte http://giovannidelgiaccio.wordpress.com/]