Scabbia nella scuola di Anzio Colonia, un cittadino denuncia

Riceviamo e pubblichiamo

12717514_10207484936033417_6719098774810982238_nCari cittadini come genitore di un bambino che frequenta la scuola Acqua del Turco di Anzio Colonia, ho deciso di rendere pubblico il mio dissenso su questo caso di Scabbia. La mia decisione è stata etichettata, da chi fa parte delle istituzioni e preferisce il silenzio sul fatto, come polemiche senza senso. Vorrei soltanto far presente che questi sono fatti e non polemiche ed è bene che tutti sappiano come si sono svolti i reali fatti che hanno provocato panico e preoccupazione tra tutti i genitori.

La scabbia è un’infezione molto contagiosa ed è provocata da un acaro: negli ambienti dove convivono molte persone, come una scuola, può provocare vere e proprie epidemie. I sintomi sono prurito e lesioni cutanee, costituite da escoriazioni lineari e puntiformi. La terapia è lunga e complessa, ma l’infezione è di facile guarigione. Quando si scopre un caso di scabbia in una scuola, com’è accaduto nel plesso scolastico di viale Marconi, ad Anzio Colonia, le autorità preposte devono immediatamente intervenire per informare tutti i genitori degli alunni sulle prevenzioni da adottare. I genitori degli alunni, che possono avere avuto contatti con il contagiato, devono controllare i loro bambini e, per evitare che i focolai d’infezione si propaghino, devono riferire prontamente alle autorità mediche e sanitarie eventuali segni di sospetta infezione. Dopodiché, se necessario, si devono disinfettare i luoghi dove il bambino infettato ha soggiornato in compagnia degli altri studenti, come aule, palestre, mense o altro. Questo, in linea di massima, è quello che si dovrebbe fare per i casi d’infezione da Scabbia: ad Anzio non è andata proprio cosi. Lunedì 1° febbraio 2016 a un alunno della scuola di Anzio Colonia sita in viale Marconi è stata diagnosticata una malattia infettiva con chiari segni d’infezione cutanea che poi è risultata essere scabbia. Si sarebbe dovuto avvertire immediatamente l’Asl locale, affinché prendesse le precauzioni del caso. Questo non è avvenuto, poiché l’ASL ha comunicato il fatto alla scuola soltanto il giorno Giovedì. La scuola, tramite un messaggio fatto scrivere sui diari degli alunni di una particolare aula, ha fatto comunicare che per una generica infezione presente in quell’aula, i genitori di quest’ultimi, avrebbero avuto un incontro con l’ASL per il giorno lunedì 8 febbraio, in altre parole dopo una settimana dal contagio della Scabbia. La notizia dell’infezione si è propagata tra tutti i genitori della scuola e, non sapendo la reale gravita di questa generica infezione, che poteva essere di qualsiasi gravità, si sono iniziate a formulare le ipotesi più drammatiche e, tra i genitori, si è scatenato il panico. Tutto questo non sarebbe successo se, invece di far passare una settimana, l’ASL fosse intervenuta il giorno dopo il contagio, comunicando le dovute informazioni e tutte le direttive sul caso. A mio parere l’ASL e le altre istituzioni, con questo ingiustificato ritardo, oltre ad aver causato panico e allarmismo, hanno lasciato che gli alunni, che potevano benissimo essere stati contagiati dalla scabbia, continuassero ad andare a scuola per un’intera settimana, contagiando a loro volta anche gli altri compagni. Poiché la scabbia ha un’incubazione di circa venti giorni, spero con tutto il cuore che nessun altro alunno sia stato contagiato e, che per la leggerezza delle Istituzioni, quest’assurdo ritardo di una settimana nell’intervenire non rischi di scatenare una propria e vera epidemia.

Giorgio Giolini