Centrali Biogas l’Intervento di Luca Brignone

 

Luca Brignone
Luca Brignone

Il dibattito sugli impianti a biogas tiene ancora banco ad Anzio (ma non solo) al primissimo posto della cronaca locale. Negli ultimi giorni in particolare, ho sentito molti interventi più o meno condivisibili e interessanti, ultimo il “coming out” dell’amico Caludio Tondi che si dichiara a favore degli impianti ed in particolare, mi sembra di capire, del secondo, essendo il primo cosa quasi fatta. Nonostante il dott. Tondi tocchi dei punti condivisibili e nonostante neanche io sia contrario a priori a questo tipo di tecnologia, in questo caso sento di dover esprimere la mia contrarietà ai progetti. Provo a spiegare perché e magari contribuire a fare un po’ di chiarezza. Iniziamo con una considerazione importante e spero data per acquisita: non esiste, ad oggi almeno, un esperto o uno scienziato di qualunque tipo in grado di dirci biogas sì, biogas no. C’è un dibattito aperto che necessita di prendere in considerazione per decidere tra diverse alternative molti aspetti, sicuramente la fattibilità tecnica ed economica, gli impatti ambientali e sociali e a volta addirittura le implicazione etiche. Non si tratta insomma di un giudizio tecnico, ma di una decisione politica e a tal proposito ci tengo a fare un’altra considerazione dichiaratamente parziale: credere che, dal momento in cui tutti produciamo rifiuti e tutti necessitiamo di energia, l’argomento sia di interesse collettivo e in quanto tale vada gestito dalle istituzioni pubbliche (che non si possono limitare a dare dei discutibili incentivi e a mettere dei vincoli che il più delle volte non vengono rispettati), significa affrontare il tema “da sinistra”. Credere invece che in mano a privati si possano generare produzioni maggiori e quindi vantaggi per alcuni e pazienza se a rimetterci sono alcuni altri, significa affrontare il tema “da destra”. Chi mi conosce sa che appartengo alla prima categoria di pensiero e volevo cogliere l’occasione per dire che l’appartenenza politica non è frutto di una affezione priva di contenuto, ma di una precisa visione della società. Passiamo adesso a considerazioni più obiettive con la pretesa di chiarire qualche idea. Come già accennato ci sono due grandi questioni diverse ma legate da valutare: la gestione dei rifiuti e la produzione di energia.
GESTIONE DEI RIFUTI
Sotto questo aspetto sono decisamente contrario. La normativa italiana parla chiaro: la priorità si dà alla riduzione della produzione dei rifiuti , poi al recupero di materia e infine al recupero di energia (seguita ovviamente dallo smaltimento in discarica). Questi impianti capovolgono per come sono concepite questi criteri. Sia perché, come già detto, essendo un privato a realizzarli, più rifiuti avrà, più ricavi farà, sia e soprattutto perché trattano FORSU, cioè l’umido, dal quale invece si può ottenere compost di qualità, un ammendante (non fertilizzante!). Una gestione integrata (ottimizzata) del ciclo dei rifiuti prevede che processi anaerobici (produzione biogas) siano utilizzati sulla componente umida del RIFIUTO INDIFFERENZIATO RESIDUO (mastello grigio, che al 30% circa contiene materiale organico), il quale non ha caratteristiche qualitative per diventare compost e allora si fa metano piuttosto che portarlo in discarica, ma i quantitativi sarebbero molto, molto inferiori! Inoltre quello che mi preoccupa è la mancanza totale di pianificazione. Attenzione: chi dice che i rifiuti vanno recuperati e smaltiti in ambito comunale, ovvero ogni comune provvede al suo, fa un discorso un po’ campanilista secondo me. Si dovrebbe ragionare in termini di ambiti territoriali, ma comunque il carico previsto per gli impianti di Anzio è spropositato. Ultima considerazione in merito: perché in Italia si dà la precedenza al recupero di materia e non di energia contrariamente a quanto fanno i sempre più virtuosi tedeschi ad esempio? Molti sostengono che sia colpa del terrorismo psicologico creato dagli ambientalisti. Io non credo: l’Italia ha un territorio complesso, meno spazio disponibile e soprattutto ha avuto nel corso dei decenni uno sviluppo territoriale pessimo, guidato dalla speculazione. Oggettivamente è molto più difficile trovare siti idonei rispetto ad altri stati!2012-05-13_Nordsee-Luftbilder_DSCF8566

PRODUZIONE DI ENERGIA
Questo aspetto è molto più complesso e non può essere esaurito in poche in righe. Credo, e non solo io, che nella fase di transizione che stiamo affrontando per riuscire ad affrancarci il più possibile dal petrolio per ovvie ed impellenti ragioni (il 17 aprile ci sarà un referendum sulle trivellazioni in Italia! Vota sì), il gas sia una risorsa necessaria. Quello proveniente da biomasse (non solo rifiuti, ci sono diverse fonti ognuna con impatti diversi), in un ottica di inquinamento globale, è sicuramente meno impattante e più conveniente, al di là del fatto che possa o non possa essere considerato rinnovabile. Chi dice che ci pensa il solare a risolvere tutto dice una mezza verità. Sicuramente è la più pulita e meno impattante delle fonti di energia e va spinta al massimo, insieme all’efficientamento, per la produzione di energia elettrica, ma per quanto riguarda il riscaldamento e il trasporto gran parte dell’infrastruttura esistente oggi è pensata per la combustione. Cambiarla comporta un costo gigantesco che richiede qualche decennio. Obiettivo che va comunque inseguito con maggiore volontà politica. Tornando ad Anzio e all’aspetto politico della questione, il fatto che a gestire questi impianti siano privati che inseguono l’incentivo statale e che, come ci ha dimostrato la bassezza del dibattito politico locale, ci sono molto probabilmente conflitti di interesse, meccanismi di speculazione e giochi di potere, non ci dà nessuna garanzia su quello che comporteranno questi impianti da tutti i punti di vista.

Luca Brignone Sinistra Italiana -Sel Anzio