Il professor Carlo Malinconico ha messo insieme la bellezza di 69 punti per contestare la determinazione con la quale, il 16 dicembre 2015, la Regione ha aggiornato l’autorizzazione integrata ambientale alla Anziobiowaste, per l’impianto in via della Spadellata al quale il Comune aveva detto sì nel 2012, senza colpo ferire.
A leggere le carte – e non si comprende perché il sindaco non lo comunichi ufficialmente – gli spunti per dire no a quella centrale ci sono eccome: “Aumento in senso assoluto dei quantitativi di rifiuti trattati, modificazione delle finalità dell’impianto, modificazione dei processi e dei prodotti finali ottenuti dal processo di trattamento dei rifiuti conferiti e dunque la natura stessa dell’impianto“. Vengono sollevate, inoltre, eccezioni sui quantitativi conferiti giornalmente – che supererebbero la soglia di 70 tonnellate – e sul fatto che sono state “erroneamente considerate non sostanziali le varianti apportate all’impianto“, viene rimarcato come si andrebbe incontro a un aumento di: “traffico veicolare per il trasporto e conferimento dei rifiuti da comuni diversi, delle connesse immissioni di gas di scarico, delle immissioni odorifere tanto più percepibili durante il periodo estivo“.
Non è detto che il ricorso si vinca, quel parere del Comune pesava e pesa come un macigno, ma letto da profano è tutt’altro che un ricorso a perdere – come si sospettava negli ambienti – quello del Comune. E forse per questo c’è chi, favorevole all’impianto, ha minacciato crisi e aggredito chi quel ricorso lo ha proposto e ottenuto e oggi si preoccupa del possibile esito.
Poi c’è un passaggio che il sindaco non può fingere di ignorare – come suo solito – perché il ricorso porta la sua firma e diamo per scontato che lo abbia letto. L’avvocato sottolinea gli “effetti dannosi per la salute della popolazione e l’ambiente in quanto capaci di comprometterne la salubrità, pregiudicando l’ecosistema che fa di Anzio una delle stazioni balneari più importanti della Regione e che ha consentito alla città – da cinque anni a questa parte – di conquistare la bandiera blu (…) Al danno ecologico si associa evidentemente il danno economico per la comunità“. Non andiamo oltre, non guardiamo ai tecnicismi, basta e avanza questo per dire che il parere dato da Placidi in fretta e furia (ma cosa c’è scritto? su quali basi?) si può anche revocare – ma non sarebbe sufficiente, vale ciò che si dice in sede di conferenza – chiedendo un’altra conferenza dei servizi. In tal senso la posizione del Pd che aveva lavorato inizialmente alla mozione “bipartisan” è stata finalmente chiara e se il ricorso dovesse andare male si ha il dovere di chiedere – a condizioni cambiate e non valutate dal Comune – un’altra conferenza dei servizi. E’ ovvio che gli “sponsor” nell’amministrazione del primo progetto siano preoccupati, così come i 13 che allineati e coperti hanno respinto questa mozione.
Le perplessità sollevate da Malinconico per quanto riguarda la salubrità potrebbero essere, da sole, le ragioni da portare in Regione il 17 marzo per il secondo impianto. Ma attenzione, il “no” che Luciano Bruschini si è impegnato ad andare a verbalizzare, da solo non basta. Il Comune deve spiegare il suo diniego e deve farlo sollevando questioni tecniche che gli uffici – quelli di Placidi compresi – debbono mettere nero su bianco. Con una conferenza dei servizi interna, se necessario, da fare prima del 17 marzo. C’è meno di una settimana, contando i giorni lavorativi. Ci sono osservazioni di Anzio Diva e di Anzio No biogas, le pie intenzioni (a parole) di Lavinio no biogas, di certo c’è una scuola a due passi e un’altra serie di vicende che un Comune attento avrebbe già valutato. E’ ancora in tempo.Ma com’è noto sulla seconda centrale altri sono preoccupati in maggioranza.
Infine i rifiuti,altra preoccupazione di Placidi che dopo la “sconfitta” sulla gara sembra abbia convocato una trentina di persone – speriamo non in attesa di un posto nell’appalto se avesse vinto Ecocar-Gesam – annunciando ulteriori azioni legali. Dove, come, quando e perché un giorno, forse, lo sapremo.