Negli Anni 50 il fumetto diventa tascabile, con questo formato più maneggevole uscirono in Italia le storie disneyane pubblicate da Arnoldo Mondadori, le quali ebbero molto successo. Si comincia a delineare la separazione tra fumetto singolo o serie come “Tex”, “Tiramolla” o “Akim” e fumetti pubblicati in contenitori come “il Vittorioso” e “il giorno dei ragazzi”, che vedono le prime storie di jacovitti i “3P”, le avventure umoristiche dei ragazzi Pippo, Pertica, Palla e di Cocco Bill, Il cowboy che beve solo camomilla.
Altre pubblicazioni di questo decennio furono: “Il corsaro Pepito”, di Luciano Bottaro, che ebbe molta fortuna all’estero. Mentre Sebastiano Craveri propose sulle pagine del “Vittorioso” Zoolandia, una serie di storie avvincenti i cui protagonisti sono animali antropomorfizzati. Sempre per il “Vittorioso” nel 1951 Lino Landolfi creò il poliziotto italo-americano “Procopio”. Le storie erano raccontate dai suoi antenati che avevano vissuto in prima persona grandi fatti storici. Sulla scia di “Tiramolla” uscì nel 1959 “Pugacioff” di Giorgio Rebuffi.
Gli anni Sessanta:
Alcuni fumetti cominciano o continuano, a seconda dei punti di vista ad assumere una connotazione più culturale e politica, ma nello stesso tempo si diffonde come lettura di svago, semplice, veloce e coinvolgente. Nascono: Nel 1961 Guido Nolitta (Sergio Bonelli) inventa “Zagor”, difensore della giustizia e della pace tra bianchi e indiani. Nel 1965 esce “Girighiz” di Enzo Lunari, ambientato nella preistoria. È la prima striscia umoristica e satirica di produzione italiana. La serie “Storia del West” di Gino D’Antonio comincia a uscire nel 1967 e si configura come prima rappresentazione veritiera e attenta alla realtà storico-geografica del continente americano. Nel 1967 Franco Bonvicini, in arte “Bonvi”, crea “Sturmtruppen”.
“Valentina Mela Verde” di Grazia Nidasio appare nel 1969 e racconta la vita di una normale famiglia borghese in cui la giovane protagonista affronta i problemi dell’adolescenza.
L’evento più importante della storia del fumetto d’autore moderno, non solo italiano, è da considerarsi l’uscita di Hugo Pratt: “Una ballata del mare salato”, primo episodio del suo più famoso personaggio Corto Maltese. Inaugurando un nuovo modo di narrare con un fumetto più riflessivo, letterario, di narrativa, in cui le vicende, dal ritmo moderno, si svolgono in ambienti dal sapore esotico e sparsi in tutto il mondo. È il riflesso dell’utopia e di quella ricerca di libertà e avventura dell’autore.
Il fumetto più famoso dell’epoca è forse “Diabolik” ideato nel 1962 dalle sorelle Giussani. L’assassino buono è sicuramente il personaggio più famoso e longevo del filone noir che prosegue con minor fortuna con “Kriminal” di Max Bunker, ancora più violento e malvagio e”Satanik”, la rossa del diavolo, ideata nel 1964 da Magnus e Bunker. Donna fredda e crudele che utilizza la magia nera per portare a termine i suoi piani perversi. Per sdrammatizzare, nel 1968, Bonvi crea “Cattivik”, brutto mostriciattolo che cerca di essere cattivo a tutti i costi, ma si rivela solo uno stupido sfortunato.
Nascono nel 1969 per poi esplodere negli anni 70’ ”Alan Ford”, di Max Bunker, e “Paperinik”, il diabolico vendicatore.
La nuova cultura che sta per affermarsi si rispecchia anche nelle vicende della bella fotografa milanese “Valentina”, creata da Guido Crepax e uscita nel 1965 su “Linus”. Non c’è sadismo in lei, ma disinvoltura, mancanza di pudore, il protagonismo in una vita reale.
Nel 1966 si ha la nascita del fumetto erotico popolare italiano con “Isabella de Frissac” di Giorgio Cavedon e Sandro Angiolini. Detta la “duchessa dei diavoli”, la protagonista vive nella Francia settecentesca di Luigi XIII, e si presenta con un atteggiamento maschile, aggressivo, spudorato e provocatore.
Con questo ventennio si chiude la parte storica culturalmente ereditata, con gli anni settanta vi racconterò l’evoluzione del fumetto vista e vissuta in prima persona.