Sono passati da mesi i “cinque-sei giorni” entro i quali gli uffici dovevano dare al presidente del consiglio comunale di Anzio, Sergio Borrelli, il quadro della vicenda dei presunti morosi. Una storia che si è trascinata ben oltre ciò che doveva essere ma che, purtroppo, non è chiusa.
Le ormai “famose” lettere fatte pervenire a 16 tra consiglieri e assessori hanno portato a chiarire la situazione per molti, sia pure ufficialmente nessuno ha mai detto quali sviluppi la vicenda abbia avuto. Il consigliere del Pd Ivano Bernardone anche nella penultima seduta ha chiesto, invano, chiarimenti.
Chi scrive ha scoperto, attraverso un accesso agli atti, che pure i personaggi pubblici nell’esercizio del loro mandato e per una contestazione relativa alla carica esercitata hanno diritto alla privacy e ne ha preso atto.
Ora si apprende – e per favore, non parta la caccia alle streghe – che per un paio di casi il responsabile del servizio politiche delle entrate ha scritto al presidente del Consiglio comunale e al segretario generale, per avviare le pratiche legata all’incompatibilità.
Si ricorderà che tra le contestazioni mosse all’ufficio c’era quella di aver “minacciato” i consiglieri di essere incompatibili, cosa che spetta solo all’assemblea degli eletti. Lesa maestà, insomma. Ebbene adesso il responsabile si è rivolto a presidente e segretario perché due casi – da ottobre – non sono ancora risolti. Dobbiamo dedurre che per gli altri, fortunatamente, quella lettera ha avuto un effetto o ha chiarito situazioni che si trascinavano da tempo. Ripetiamo ciò che sostenemmo allora: tutta la comprensione del mondo per chi ha problemi o ha avuto una “dimenticanza“, ma se tutti i cittadini devono pagare, chi ha un ruolo pubblico deve farlo prima. Rateizzare se necessario, ma pagare.
E in Comune ci sarebbe, ma volendo possono confermarlo o smentire gli interessati, un singolare “siparietto” del tipo che Borrelli chiede al segretario cosa fare e di intervenire e Savarino – ormai in partenza – chiede a Borrelli di procedere…. Speriamo non sia così, perché in questa storia hanno entrambi un ruolo da esercitare e non possono sottrarsi.
Qui diciamo altro: per sette mesi su questa vicenda non si è fatta chiarezza, c’è – probabilmente – chi ha continuato a esercitare il suo mandato da incompatibile, magari ha votato pure le tariffe per i rifiuti, ma sì…. Ci vogliamo scandalizzare? Un parere del Ministero dell’interno sulla precedente incompatibilità dell’assessore Placidi restò per un anno nei cassetti del Comune, figuriamoci. Che fine abbiano fatto le contestazioni della Ragioneria dello Stato nessuno ce lo ha detto… Siamo ad Anzio, qui evidentemente vigono leggi particolari. Che non condividiamo. Assolutamente.
[Fonte http:// giovannidelgiaccio.wordpress.com/]