Era il 21 agosto 2009. Ylenia Saturno, una giovane ragazza di 17 anni residente ad Anzio, perse la vita colpita dalla motrice di un treno regionale proveniente da Nettuno e diretto a Roma dopo che aveva già attraversato i binari, sostando sul marciapiede nonostante il passaggio a livello fosse chiuso, nei pressi della stazione ferroviaria di Lavinio. Sette anni sono trascorsi da quella tragedia e i tempi della giustizia non vanno di pari passo con il dramma di una famiglia che ha perso una figlia. Il processo non è ancora iniziato. “Domani saranno sette gli anni che mi hanno separato da mia figlia – commenta la mamma di Ylenia – ed a Velletri non è partito nemmeno il processo. Ma dove viviamo?”. Tempo fa il caso arrivò anche in Parlamento, con un’interrogazione presentata da Lucio Barani al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, nella quale si riassume in maniera molto chiara la situazione di pericolo in quel tratto della linea ferroviaria Nettuno Roma, dove si continuano a chiudere gli occhi a dispetto delle tragedie, a dispetto delle tante denunce presentate. “Premesso che nel comune di Anzio in provincia di Roma, lungo la linea ferroviaria Nettuno-Roma nei pressi della stazione di Lido di Lavinio, è situato un passaggio a livello caratterizzato da precarie condizioni di sicurezza che si trova proprio al centro di un quartiere densamente abitato; il passaggio a livello di Lido di Lavinio, che divide in due il quartiere e dà sulla via Nettunense, è rischioso proprio perché i pedoni, abituati al passaggio frequente dei treni, lo attraversano anche con le sbarre abbassate; la stazione medesima non è dotata di presidio e capostazione e da anni viene segnalata la pericolosità del passaggio a livello; è stato segnalato più volte dagli abitanti che il passaggio a livello a raso costituisce un pericolo, e anche in presenza di due sbarre chiuse, la gente del posto attraversa in prossimità dell’arrivo del treno per non attendere molto; questo comportamento ha purtroppo procurato la morte, lo scorso 21 agosto 2009, di Ylenia Saturno, una giovane ragazza di 17 anni residente ad Anzio; il padre della ragazza rimasta uccisa, Eduardo Saturno, in precedenza aveva «denunciato» tale situazione scrivendo varie missive, già nel maggio 2008, all’amministratore delegato delle Ferrovie e chiedendo interventi alle istituzioni locali, facendo presente quanto avviene sulla tratta ferroviaria Roma/Nettuno, delle pessime condizione del materiale rotabile, l’assenza dei controlli a bordo treno e nelle stazioni dove si riscontrano problematiche anche per ciò che concerne i passaggi a livello pericolosi; le denunce effettuate sullo stato di degrado della Linea Ferroviaria Roma-Nettuno non hanno mai ricevuto risposte, su nessuna delle questioni «sollevate», men che meno sulla situazione del passaggio al livello incriminato da parte dei vertici di FS; Ferrovie dello Stato, solo dopo la tragedia, si è premurata di precisare che il passaggio a livello di Lavinio è inserito nel Piano di razionalizzazione che ne prevede l’eliminazione, con altri 13 nel Lazio, previa costruzione di cavalcavia o sottopassaggi; si interroga per sapere se il Ministro sia al corrente dei fatti sopra esposti e quali misure intenda attuare per fare in modo che fatti tragici come quello di Lavinio non accadano più, e quali iniziative verranno adottate per mettere in sicurezza il passaggio a livello in oggetto e tutta la linea Roma/Nettuno, impedendo il ripetersi di episodi che creano evidenti situazioni di grave pericolo per i cittadini di Lavinio e per gli utenti del tratto ferroviario citato; se vi siano stati ritardi od omissioni, da parte di RFI con riferimento alla costruzione del cavalcavia o sottopassaggi, già previsto dal Piano di razionalizzazione regionale, e a cosa siano dovuti”. Oggi la situazione è esattamente quella di sette anni fa. Nulla si è mosso. Di solito si corre ai ripari quando è tardi, ma non è questo il caso.