Fonte http:// giovannidelgiaccio.wordpress.com/
Vorrei scrivere di Nettuno e dei 5stelle, esprimere solidarietà a chi racconta di essere stato aggredito, dire che non mi piace il clima che c’è e che parlare di “minacce mafiose” è grave. Gravissimo. Perché i giornali scrivevano, scrivono e scriveranno, andare a cercare “chi c’è dietro”, “chi paga” e via discorrendo fa parte di un retaggio che doveva essere superato. A Nettuno come a Roma, dove la figuraccia (si può dire, è corretto?) è di stampo mondiale.
Vorrei argomentare sul fatto che se altri avessero nominato due avvocati che condividono lo stesso indirizzo, sia pure non più lo studio associato, sarebbe scoppiato il putiferio. È corretto formalmente, ci mancherebbe, e non si discutono gli stimati professionisti ai quali vanno auguri di buon lavoro, ma è questione di opportunità.
Assolutamente legale che il sindaco, persona stimata, preparata, a modo, continui a fare il poliziotto e anzi non ci sarà alcun problema di ineleggibilità ma pure qui era e resta – parere personale – vicenda di opportunità, non di altro. Così come non ci vuole molto a sapere se esiste o meno un verbale della polizia locale relativo al vice sindaco, senza porre tanti segreti o immaginare chissà quale mafia.
Vorrei, anzi ormai ho ceduto. Meglio fermarsi, perché i 5stelle sono ultra suscettibili e guai a parlarne, questo emerge dai social. Meno che mai se a parlarne sono i giornalisti.
Una sola domanda: fino a quando durerà la litania che gli altri facevano peggio, quindi il manovratore oggi non va disturbato? Diamoci, dateci, un tempo…
Ah, così per cronaca, quando gli altri facevano scelte singolari – a livello locale – si è sempre scritto. Senza guardare in faccia nessuno. Qualcuno ultimamente, anche tra i colleghi, l’ha dimenticato. Ma sarà solo per il periodo di “tolleranza” normalmente concesso a chiunque arriva a guidare una città, ne sono certo.