E’ stata effettuata nelle scorse settimane una vistosa rostratura all’interno del Poligono militare di Nettuno, in particolare lungo il tratto che consente l’ingresso per diporto lungo la via Acciarella, all’interno dell’area del Ministero della Difesa. Intervento avvenuto subito dopo il grosso incendio divampato i primi di luglio, che ha mandato a fuoco ettari di terreno ed è stato domato solo dopo incessanti giornate di lavoro da parte dei dipendenti civili e militari dello stabilimento, egregiamente supportati dai vigili del fuoco. Un lavoro encomiabile.
Un passo necessario per la sicurezza, soprattutto considerando l’affluenza estiva nell’area dovuta agli ingressi dei bagnanti dall’ingresso di via Acciarella, poco dopo il bosco di Foglino, che dallo scorso anno consente l’accesso a chi dispone di relativo permesso.
Altrettanta attenzione non sembra essere stata dimostrata per il servizio di guardiania. Davanti al cancello – aperto tutta la giornata – di via Acciarella infatti, non c’è personale a controllare chi accede. Procedendo sulla sinistra, soltanto dopo qualche centinaio di metri si arriva ad una guardiola dove vengono controllati i permessi per andare in spiaggia, mentre sulla destra il solo deterrente di una transenna mobile inibisce l’accesso verso le zone sensibili.
Chiunque quindi, può intrufolarsi nell’area militare, un sito sensibile dove sono presenti ben due polveriere, semplicemente spostando una transenna, oppure, come accaduto nei giorni scorsi, attraccando con il proprio gommone in spiaggia per accendere un falò e far divertire i propri figli. In un momento cosi delicato, dopo l’ennesimo attacco terroristico che ha colpito, stavolta, Barcellona,
E’ normale che, dopo il vertice in Prefettura che ha ordinato nuovi dispositivi di sicurezza e prevenzione ad Anzio e Nettuno, domenica scorsa non sia stato preso alcun provvedimento da parte della direzione dello stabilimento? Dal Ministero non è arrivato nessun ordine inerente il Poligono militare. Tutti al mare, come niente fosse o come se il Poligono fosse un pianeta a parte, dove rischi e privilegi non sono equamente ripartiti con il resto della comunità nettunese. Forse sarebbe ora di prestare, sul serio, attenzione alla sicurezza di tutti, prima di correre ai ripari quando il danno è fatto.