Certo vedere i militari con le armi spianate in piazza Mazzini a Nettuno o al Porto di Anzio fa uno strano effetto, cosa è successo? siamo in guerra? chiedono i bambini ai genitori. Ma dopo gli attacchi terroristici in Spagna bersaglieri, fanti e granatieri nelle piazze sono diventati un’arma psicologica, vista di buon occhio anche dai sindaci. Il ricorso ai soldati, che funziona come “calmante” per rassicurare la popolazione da eventuali attacchi terroristici, costa carissimo: circa 100 milioni di euro l’anno in termini di trasferte, straordinari, indennità, vitto e alloggio. Il vero obiettivo è infatti quello di creare uno scenario in cui, grazie alla presenza di uomini in divisa mimetica agli angoli delle strade, i cittadini si sentano più protetti. La decisione del Prefetto di Roma ha trovato subito il consenso dei Sindaci Casto e Bruschini. Una voce critica è invece quella di Daniele Tissone, segretario generale della Silp-Cgil, il sindacato dei lavoratori di polizia, per il quale i soldi investiti per l’esercito in strada non sono stati altro che “un costo inutile per un’iniziativa di facciata. Lo definirei uno spot di chi fa vedere che si interessa al problema della sicurezza senza però risolverlo- sostiene- L’impiego dei militari è una mera soluzione tampone che rinvia i problemi, senza costruire una risposta strutturale. Tissone lamenta che, mentre centinaia di milioni di euro vengono spesi per queste operazioni, le risorse totali per le forze dell’ordine sono rimaste sempre molto limitate. – e aggiunge- La questione della sicurezza si risolve dando le giuste risorse alle forze di polizia, potenziando i presidi ordinari commissariati e compagnie carabinieri a difesa e controllo del territorio.” (cla.pel.)