Giovedì a Ostia si terrà la manifestazione organizzata dalla Federazione nazionale della Stampa (Fnsi) e da Libera, a seguito dell’aggressione dell’inviato di Nemo, ma soprattutto del clima che si vive sul litorale romano. Anzio, purtroppo, non è molto lontana e la manifestazione di giovedì – alla quale speravo di poter essere presente, cosa impossibile per ragioni di lavoro – riguarda più in generale l’aggressione all’articolo 21 della Costituzione.
Domani mattina, con i giornalisti sotto scorta, il ministro Minniti sarà in Fnsi a parlare dei cronisti minacciati, aggrediti fisicamente e dalle querele temerarie, dalle maxi richieste di risarcimento, mentre giovedì a Ostia ci sarà da difendere il diritto – di tutti – alla libera espressione del pensiero. Minacciato, a qualche chilometro da noi, dagli Spada e dintorni.
E qui? Che esiste un problema di criminalità e illegalità diffusa – da quella spicciola a Malasuerte, dalla presenza di clan che hanno fatto affari (lo affermano delle sentenze) a vicende ancora in fase di accertamento relative alla gestione del Comune – è cosa nota.
Che esistano pressioni, con toni diciamo “accesi” ma comunque intollerabili, è altrettanto vero. Questa vicenda è stata affrontata a luglio 2016 in un dibattito a Villa Sarsina, senza simboli di partito ma alla presenza di autorevoli esponenti del Pd e – successivamente – con annessa polemica sulla mancata concessione della sala, dal Movimento 5 Stelle e da Sinistra italiana.
Sono maturi i tempi, a modesto parere di chi scrive, per tornare ad affrontare l’argomento. Quelli che le forze dell’ordine chiamano “reati spia” qui ci sono tutti. Parliamone.