Arresti al Comune, Bruschini resiste, mentre la città affonda

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Al netto della presunzione di innocenza, per tutti, fino a sentenze definitive, quanto sta avvenendo nei Comuni di Anzio e Cisterna è solo l’epilogo di una storia annunciata, un susseguirsi di inchieste e scandali hanno interessato l’Amministrazione di centrodestra guidata da Luciano Bruschini, non ultima quella riguardante l’ex assessore Placidi, un consigliere comunale, un dirigente, un altro funzionario e vari imprenditori. A Cisterna con l’arresto di Assessori e consiglieri comunali per le mazzette ricevute. Comuni finiti sotto la lente della Magistratura per la gestione degli appalti nel settore ambiente e dei servizi.

Da tempo deputati e senatori di Sinistra Italiana, Articolo Uno e 5Stelle e PD hanno presentato richieste per l’Istituzione di Commissioni d’accesso per questi Comuni.  Con tanto di fatti e segnalazioni. Richieste restate inascoltate dai Prefetti e di rimando dal Ministero dell’Interno.

Gli arresti di assessori, consiglieri comunali, di dirigenti e funzionari comunali, danno la cifra del sistema corruttivo di cui sono pervasi i Comuni a sud della Capitale. Anzio addirittura con l’aggravante di presunti fenomeni di infiltrazione e di condizionamento della criminalità organizzata. Stante il suo carattere del tutto straordinario ed eccezionale, lo scioglimento dei consigli comunali può essere disposto solo nei casi e per i motivi tassativamente previsti dalla legge. Secondo la vigente normativa, lo scioglimento può per il compimento di atti contrari alla Costituzione o per gravi e persistenti violazioni di legge, nonché per gravi motivi di ordine pubblico.

Per questo ci chiediamo cos’altro deve avvenire per indurre gli organi competenti ad occuparsi seriamente e definitivamente delle gravi situazioni in cui si trovano le istituzioni decentrate della Repubblica?

La raccolta di tangenti e mazzette, l’addomesticamento delle gare d’appalto, la disinvolta gestione delle pratiche amministrative da parte anche di dirigenti pubblici, i condizionamenti della criminalità non sono che che la punta di un iceberg di un fenomeno che genera sfiducia nelle istituzioni e consegna all’Italia il triste primato di essere uno dei paesi più corrotti d’Europa. Corruzione che pagano tutti i cittadini, con le tasse, con la mancanza di servizi, con la devastazione del territorio.

Ma mentre Eleonora Della Penna si è dimessa chiedendo scusa ai cittadini di Cisterna, il sindaco di Anzio cade dalle nuvole, tira dritto per la sua strada, non ha mai ne saputo ne visto niente. Per amor proprio, ma soprattutto per amore verso la sua città,  già da un pezzo si sarebbe dovuto dimettere, ma questo gesto non sembra neanche sfiorarlo perché da politico di lungo corso segue il comandamento del “mai dimettersi“, come dettava la dottrina della prima repubblica. Dimettersi vorrebbe dire anche assumersi delle responsabilità -almeno politiche-, quasi un’ammissione di colpa, e il “politico navigato” sposa sempre la tesi che le responsabilità sono sempre di qualcun altro. Chiedere scusa ai cittadini poi, e di che cosa? se “non c’è illegalità diffusa al Comune. Si tratta di fatti circoscritti” sostiene Bruschini.  Che cosa sono le inchieste: sui Servizi sociali, l’indagine “Malasuerte”, l’indagine “Evergreen”, l’inchiesta sul Deportivo, l’inchiesta “Touch down”, (e molto altro….) che vedono coinvolti pezzi significativi delle sue giunte, assessori e consiglieri, e dell’apparato amministrativo, se non illegalità diffusa nel Comune di Anzio? La città affonda e solo un Prefetto può fermare questa follia. (c.p)